Le storie poliziesche hanno bisogno di personaggi particolarmente capaci di attrarre l’attenzione del lettore. Inoltre, va da sé, devono avere delle caratteristiche narrative precise. Lo scrittore ha nella sua faretra diverse frecce per colpire l’immaginazione: nell’era moderna è invalso, ad esempio, l’uso di immettere nel flusso del racconto anche l'indagine su basi psicologiche e, magari, un conseguente epilogo a sorpresa. Così come vale la pena ricordare i diversi e più classici espedienti ricorrenti nel genere poliziesco: la fuga, l'inseguimento, il sospetto, la casualità, etc.
Perfino il delitto non spiegato. Lo scrittore Christian Fascella, per certi versi, scombina gli elementi citati in precedenza. Li utilizza, ma – come farebbe un pittore in vena di sperimentazione – immette nel fil rouge della narrazione un colore imprevisto. Per l’appunto, un esperimento artistico: in questo caso si tratta della figura del protagonista del suo nuovo libro, “Fa troppo freddo per morire” (Einaudi) che sarà pubblicato il 5 giugno 2018.
Un investigatore sui generis
A portare avanti la similitudine tra scrittore e pittore, si può ampiamente promuovere il nuovo ‘colore’ inventato da Fascella. Infatti, il suo personaggio conduttore – un poliziotto destinato a lasciare il segno – risulta fresco e interessante.
Sicuramente non ha molto a che spartire con altre figure di detective story. Certo, anche lui si muove con l’intento di dirimere un problema. Si guarda in giro con fare circospetto. Non dà niente per scontato: chiunque, quando vi è di mezzo un assassinio, può avere un motivo sconosciuto per essere l’autore del misfatto. Tuttavia, lo scrittore torinese queste attività le fa compiere a una figura che sicuramente non potrebbe competere, giusto per fare un confronto preciso, ad esempio, con il mitico James Bond.
Insomma, l’agente 007 più famoso delle spy story e non solo, è una garanzia di stile: è uno che beve Vesper Martini. Per i più curiosi, il cocktail di Bond è stato inventato nel 1953 nel romanzo Casino Royale. L’investigatore di “Fa troppo freddo per morire” è tutt’altro: difficilmente avrà brindato con quel tipo di bevanda.
Trama del giallo
Il poliziotto di Christian Fascella si chiama Contrera. Egli espleta la sua professione in una lavanderia. A gettoni. È un tipo pronto a regalare battute che, probabilmente, servono a nascondere i guai di una esistenza consumata metodicamente. Così, anche la sbruffoneria che a volte fa capolino tra le pieghe dei suoi ragionamenti, risulta alla fine un altro espediente difensivo. Nondimeno, il Nostro riuscirà, all’interno di uno scenario particolare – un locale a luci rosse di Torino – a trovare il bandolo della matassa. Da segnalare la notevole ironia che impreziosisce e rende lieve perfino la scena dove è stato compiuto un omicidio: “…56 possibili assassini, anzi 55, perché sono quasi certo che Oskar non l’ho ammazzato io”, dice a se stesso Contrera in un passo del romanzo.