Al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, il Premio Strega è stato assegnato giovedì scorso ad Helena Janeczek, scrittrice nata a Monaco nel 1964 e residente a Milano da oltre 30 anni. L'autrice è stata premiata con 196 voti dalla giuria per "La ragazza con la Leica", edizioni Guanda.

Al secondo posto con 144 voti Marco Balzano con "Io resto qui" (Einaudi) seguito da Sandra Petrignani ed il suo "La corsara, ritratto di Natalie Ginzburg" (Neri Pozza) con 101 voti, il quarto posto per Carlo De Amicis e "Il gioco" (Mondadori) con 57 voti, al quinto posto Lia Levi con il suo "Questa sera è già domani" (edizioni E/O) con 55 voti.

L'ulteriore contaminazione fra arti visive e letterarie è stato consegnato, per mano del vicedirettore generale BPER Gianfranco Venturini, alla giovane artista Federica Amuro per "Un visibile parlare", scultura riprodotta in cinque esemplari per cinque finalisti. L'illustrazione che ha accompagnato l'evento è firmata Riccardo Guasco.

La ragazza con la Leica, storia di una "pasionaria" anni trenta

"Da quando hai visto quella foto ti incanti a guardarli. Sembrano felici, molto felici, e sono giovani, come si addice agli eroi. Belli non potresti dirlo ma neanche negarlo, e comunque non appaiono eroici per nulla. Colpa della risata che chiude i loro occhi e mette a nudo i denti, un riso non fotogenico ma così schietto da renderli stupendi".

E' l'incipit del romanzo, il focus dell'obbiettivo centrato sulla giovanissima tedesca Gerda Taro (Gerda Pohorylle) con il suo compagno Robert Capa, noto fotoreporter ungherese. La protagonista - di cui la scrittrice ne riporta fedelmente la biografia grazie agli studi a lei dedicati - è nata all'inizio del 1900 ed è morta a soli 27 anni ( il 16 luglio del 1937), schiacciata dai cingoli di un carro armato mentre si trovava in Spagna, reduce dalla fuga da Parigi, dopo aver militato nelle file di movimenti di sinistra al fianco di intellettuali.

Gerda che si divide fra il lavoro di segretaria e quello di modella solo per fare la fotografa, è una donna viva, ribelle nel senso di "pasionaria", determinata e di grande spessore, come furono molte donne negli anni trenta. Per fotografare un mondo in rapida mutazione, impara ad usare la sua Leica dal suo compagno Robert Capa.

Con essa, Gerda cattura le pose dei suoi compagni idealisti combattenti con i quali si snoda la trama, come l'amica Lipsia Ruth Cerf, con la quale vive a Parigi, o Willy Chardach, detto il bassotto, che si accontenta di farle da cavalier servente, o ancora il militante Georg Kuritzkes.

"Volevo fare il romanzo di una generazione - ha detto l'autrice - di cui lei diventa il cuore pulsante. I personaggi sono più vicini a lei, una donna che racchiude lo spirito del tempo e resta nel cuore..." ed aggiunge: "Non le somiglio perché lei, a differenza mia, è nata coraggiosa, mentre io il coraggio ho imparato a tirarlo fuori solo dopo molto tempo".

Il premio è al femminile, a distanza di 15 anni dopo "Vita" di Melania Mazzucco (premio strega 2003). Ricordiamo che la Janeczek ha pubblicato lezioni di tenebra ( Mondadori 1997), Cibo (Mondadori 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda 2010) e Bloody Cow (Il saggiatore 2012).