Il 23 novembre 2018 è uscito 'Most Hated', ultimo lavoro ufficiale di Jamil. Un titolo a dir poco indovinato e coerente, perché l'hating che buona parte del pubblico italiano riserva al rapper veronese classe 1991 è a dir poco agguerrito, e ha poco a che vedere con il discorso prettamente musicale. Il nuovo album però è molto più che una semplice risposta all'odio. 'Most Hated' è infatti un lavoro ricco di spunti, sia dal punto di vista stilistico, che a livello di contenuto, sicuramente il disco più adulto di Jamil, che senza perdere un minimo dell'attitudine street che da sempre lo contraddistingue, è riuscito a portare la sua musica ad un livello comunicativo più consapevole e maturo.
Nelle ultime due tracce del disco si intravede un Jamil diverso: a livello lirico sei sempre tu, rime dense, attitudine street, ma il mood sembra variare. In 'Verona' fai anche un ritornello cantato. Sembra come l'inizio di un percorso che in futuro potrebbe portarti ad abbracciare uno spettro di emozioni più ampio, che non significa per forza fare la hit d'amore, ma magari arrivare a proporre un'attitudine più introspettiva rispetto al solito, che allo stesso tempo potrebbe rendere la tua musica fruibile ad un pubblico ben più ampio. Ti ritrovi in questa descrizione?
- Quelle due tracce le ho messe alla fine proprio perché sono le più personali. Detto questo, il fatto che le abbia messe alla fine non va inteso come un indizio per il futuro, non so se nel prossimo lavoro ci saranno pezzi così, ma sono sicuro che quelle due tracce, per come intendo io un album, stavano bene alla fine. Secondo me all'inizio della tracklist vanno i cavalli di battaglia, come Trap Baida e Di tutti colori, che allo stesso tempo però sono le tracce più cariche di contenuto. Non escludo nulla, ma non sarò io a cercare il pubblico. Il Rap italiano è sempre più pop ma io sono ancora per strada, mi piace il fatto che non tutti possano capire la mia musica. Al momento è una cosa per pochi, se dovesse diventare qualcosa di più grande vorrà dire che avrò fatto entrare più persone nel mio viaggio, ma non farò il viaggio di qualcun'altro per compiacere il pubblico. Di sicuro non mi metterò mai a fare canzonette commerciali come quelli che dicono di fare trap in Italia. Loro non fanno trap, la trap è dura, quello che in Italia chiamano trap in realtà è pop.
E' la trap all'italiana.
- Neanche, non chiamiamola nemmeno trap all'italiana. La trap all'italiana è trap baida. Secondo me anche se trappi devi avere dei contenuti, devi dire qualcosa.
E infatti il tuo disco è tutt'altro che privo di contenuti sociali. Parli di razzismo, di legalizzazione, dell'importanza di non attaccare le forze dell'ordine indiscriminatamente, di attivarsi, di andare a votare.
Però non è un album politico, dici chiaramente che non sei né di destra né di sinistra.
- Quello che voglio contrastare io è il razzismo, in ogni sua forma. Ci sono persone bianche che rubano, come ci sono persone bianche oneste, idem per per le persone di colore o di qualunque altra etnia, ma lo stesso discorso deve valere anche per la Polizia, il buono e il cattivo stanno ovunque, in ogni categoria. Non dobbiamo accanirci sui colori, ma non dobbiamo neanche accanirci sulle divise. Io voglio la legalizzazione, ma bisogna mettere in chiaro che possiamo ottenerla solo andando a votare, non attaccando il poliziotto che sequestra la marijuana, quello fa semplicemente il suo lavoro, attiviamoci per cambiare la legge, risolviamo il problema alla base. Stare su Facebook a scrivere cose contro la Polizia é deleterio, serve solo ad aumentare i contrasti. La questione della legalizzazione riguarda tutti, non dovrebbe essere un discorso di parti politiche. Dobbiamo fare in modo che la mafia smetta di arricchirsi grazie all'erba. Questo è il punto, é una cosa che tocca chiunque, anche chi non fuma, tanto a destra quanto a sinistra.
Durante un'intervista per Sky però ti hanno chiesto se ti riconosci nel motto 'Molti nemici molto onore', una frase che era solito utilizzare Benito Mussolini, e che si é permeata nell'immaginario collettivo come slogan di destra.
Nel farti la domanda non hanno specificato questi ultimi dettagli, che probabilmente non conoscevi, e tu molto tranquillamente hai detto che la frase non ti dispiaceva. Vuoi dire qualcosa al riguardo?
- Non lo sapevo infatti, non avevo idea che fosse un motto in qualche modo ricollegabile a una parte politica. Non conosco motti fascisti come non conosco motto comunisti. Poi non mi aspettavo certo che Sky mi andasse a citare una frase del genere.
Visto che parliamo di nemici è impossibile non sottolineare il fatto che tu ne abbia parecchi nel rap game, ultimamente però il tuo nemico principale, almeno nella percezione del pubblico, sembra essere soprattutto Noyz Narcos.
- Intanto bisogna dire che i rapper con cui ho avuto problemi quando si fanno intervistare chiedono di non fare domande su di me. Ci tengo a specificarlo perché altrimenti sembra che sia io ogni volta a voler parlare di loro. Quello che faccio invece, a differenza degli altri, è semplicemente non sottrarmi alle domande.
Ottimo.
Lui quest'anno ha fatto un disco che é andato molto bene, secondo molti é addirittura il disco dell'anno. Tu però quel disco qualche mese fa lo hai criticato apertamente, dicendo che anziché Enemy Noyz Narcos avrebbe dovuto chiamarlo Friend. Lo pensi ancora?
- Sei andato a vivere a Milano, esci con tutta la gente che sembra tu stia criticando nelle canzoni. Ma di chi stai parlando? Non è possibile che nei testi fai tanto il critico con le nuove tendenze, contesti il fatto che l'immagine venga prima della musica, dici che ormai siamo tutti omologati, e poi ti fai le foto con tutti e nell'album c'è tutta la scena. Vuol dire che sei completamente dentro il sistema che dici di non apprezzare. Sei tu che sei omologato allora, non sei un mostro, non sei Enemy. Sei come un qualunque rapper milanese, sei amico di tutti. Per questo ho detto che secondo me il disco avrebbe dovuto chiamarlo Friend.
E' un discorso che potrebbe essere esteso a tantissimi altri rapper.
Di solito però quando si fa notare questa presunta incoerenza gli artisti specificano che non stanno criticando i colleghi, ma il pubblico e la tendenza in generale.
- E' allora perché usano tutti frasi come "Questi rapper me lo su*****no" ? Di chi parlano ? Parlano tutti di me e della mia compagnia ? Perché sono io l'unico nemico. Oppure non stanno parlando di nessuno. Poi se vogliamo parlare prettamente del disco di Noyz, a me leggere titoli come 'Borotalco' fa ridere. Dai, hai quarant'anni, ti ascoltano i ragazzini. Io non voglio arrivare a quarant'anni così: la mia musica sta diventando più matura, e in futuro lo sarà sempre di più. Poi al di là di Noyz, tutti questi che parlano di cocaina mi fanno ridere. Non l'hanno mai venduta, magari non l'hanno neanche mai usata, sono solo popstar che fanno roba per la radio, non sono argomenti che gli competono.
Tu ne fai completamente un discorso di coerenza, ma non pensi che ormai, purtroppo, della coerenza tra persona e personaggio al pubblico italiano freghi poco e niente?
- È vero, però interessa a me, e credo di aver iniziato a far un minimo aprire gli occhi a qualcuno.
Non usi l'auto tune, ed è un tuo tratto caratteristico. Ma hai un rifiuto a prescindere oppure ci hai provato e non ti piaceva come suonava la tua voce?
- Non ci ho mai provato. Credo che un un effetto così pesante sulla voce omologhi il mercato, ma non contesto l'auto tune a prescindere, contesto il modo di utilizzarlo che va per la maggiore in Italia: sono tutti uguali, tutti omologati, fanno quasi tutti la stessa identica cosa, con gli stessi accordi e gli stessi versi. Se riesci a essere originale con l'auto-tune il discorso cambia radicalmente. Vacca ad esempio lo usa molto bene, credo sia il migliore in Italia, riesce sempre a fare una cosa nuova. Per quanto mi riguarda non credo che lo userò in futuro, ma se mai succederà non ve ne accorgerete neanche, perché non mi omologherò al trend. L'auto tune lo usa anche gente come MGK, Young M.A, Wiz Khalifa e tanti altri grandi artisti, ma loro mantengono l'originalità che li contraddistingue, non cercano di ripetere qualcosa che è stato già fatto. Il problema dell'auto tune in Italia è che i nuovi rapper lo usano per mascherare i difetti, senza auto tune magari non avrebbero neanche iniziato a rappare, lo usano per emulare il suono dei loro rapper preferiti.
Poi però il problema é che in live fanno le doppie a una registrazione della loro voce.
- Esatto, io invece mi faccio un'ora di live senza nessuno che mi faccia le doppie, canto con con le basi vuote. Noyz non riesce a fare i live senza doppie e deve anche fermarsi più volte per la stanchezza. Quelli nuovi poi sono ancora più scarsi di lui, cantano praticamente in playback. Possiamo dire che io sono al livello master: un'ora di live senza doppie. Poi c'è il livello successivo, cioè quelli come Noyz, e alla fine c'è l'ultimo livello, il livello feticcio, quelli che salgono sul palco vestiti Gucci e dicono giusto qualche frase al microfono, stappando bottiglie mentre passa l'audio della loro canzone.
Passiamo agli amici. Hai un rapporto strettissimo con Vacca, uno che nella scena gode della stima di molti, ma allo stesso tempo è tra i rapper più haterati dal pubblico.
Non pensi che per certi versi tu possa aver subito di riflesso l'hating che in realtà era rivolto a lui?
- Si può fare anche il discorso inverso: lui si è beccato il mio hating e io il suo, ma quando due sono fratelli per davvero si supportano in ogni caso. Probabilmente negli ultimi tempi è stato più lui a rimetterci. Era amico di molti artisti con cui ho avuto dei diverbi. Basta pensare ai miei ultimi dissing, sono tutte persone con cui Vacca non aveva problemi, anzi. Ora però quei rapporti si sono deteriorati, perché lui sta dalla mia parte. Se proprio vogliamo fare i conti credo che siano ben più le amicizie che io ho fatto perdere a lui, piuttosto che il contrario.
Nel disco c'è un featuring con J Ax, hai già raccontato tante volte come il feat sia nato in maniera spontanea: hai detto pubblicamente che ti sarebbe piaciuto collaborare con lui, poi, molto semplicemente e altrettanto inaspettatamente, lui ha acconsentito, contribuendo a Most Hated con un'ottima strofa nella traccia numero 2, Di tutti i colori.
Hai già collaborato con dei big della scena, ma lui probabilmente è il più famoso. Come é J Ax dal vivo? C'è qualcosa che ti ha colpito? Hai qualche chicca da raccontare?
- Allora ti dico sinceramente, non è che siamo così in confidenza, poi io non sono uno che cerca promo dai big. Non mi sono messo a scrivergli o a commentargli le foto. Io sono molto contento della sua strofa, è nata semplicemente dalla stima reciproca, questo è quello che conta.
Ma non c'è neanche una cosa che ti ha colpito in particolare?
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