Sono passati 30 anni esatti dalla prima pellicola che ha voluto portare sullo schermo il libro “Pet Sematary” scritto dal prolifico Stephen King.

Con il titolo non molto azzeccato di “Cimitero vivente”, il film di Mary Lambert ha fatto sognare gli appassionati del genere. E ora il film in uscita nelle sale il prossimo 9 maggio, con alla regia Kevin Kölsch e Dennis Widmyer, è pronto a far rivivere la storia del “Re” in un adattamento che mantiene il titolo dell’omonimo libro del 1983.

La storia

“Pet Sematary” racconta magistralmente una storia di terrore e di tragedia.

Protagonista è la famiglia Creed trasferitasi nel Maine in una grande casa vicino alla cittadina di Ludlow. I membri sono Louis, padre di famiglia e medico che ottiene lavoro nell’Università del Maine, la moglie Rachel, i figlioletti Ellie e Gage, di sei e due anni, e il gatto Church.

Qualche piccolo problema si presenta fin dal loro arrivo, tra la caduta di Ellie dall’altalena e Gage che rischia di essere investito da un camion in corsa lungo la terribile superstrada che costeggia casa Creed, ma un aiuto arriva dall’ottantatreenne vicino di casa Jud. Questi fa anche scoprire loro un curioso luogo dietro la loro abitazione, un “cimitero degli animali”.

Louis assiste anche alla morte tra le sue braccia di uno studente a seguito di un incidente stradale, un certo Victor Pascow, il quale in sogno lo porta al cimitero dietro casa e lo avverte di non proseguire oltre per nessun motivo.

Ma ecco che un evento inatteso porta Louis oltre questo cimitero. Church muore e Jud decide di dare una mano al suo amico e alla sua famiglia: insieme si dirigono al cimitero degli animali ma non si fermano, proseguono il loro viaggio fino ad arrivare al “vero cimitero”, un antico luogo usato dagli indiani Micmac che qui dimoravano.

Seppelliscono il gatto e Jud assicura che questo tornerà in vita durante la notte.

E in effetti questo accade. Ma Church è cambiato, Ellie non riesce più a dormirci perché emana un cattivo odore, è crudele e uccide animali squartandoli, senza mangiarli: l’odore della morte lo segue e questa è la regola per gli animali risorti, come dice il vecchio Jud a un terrorizzato e pentito Louis.

Ma arriva un’altra morte, ancora più terribile, causata dalla malefica superstrada: essa spinge Louis a tornare al cimitero dei Micmac e a ripetere il folle gesto.

È una storia di terrore e di morte in cui King indaga su quello che il dolore e l’amore portano a fare, il tutto inserendo quell’elemento sovrannaturale che tanto gli è caro, oltre a un’approfondita analisi psicologica dei vari personaggi.

Il film

Nella trasposizione del 1989 Mary Lambert è riuscita a dare la sua rilettura del romanzo kinghiano e adesso gli appassionati di film dell’orrore e del “Re” aspettano con trepidazione questo nuovo adattamento del 2019.

Già il trailer promette bene, nonostante evidenti differenze con il film dell’89: fotografia suggestiva, nebbia e maschere ad accerchiare lo spettatore, scenari da brivido tra boschi e cimiteri, visioni inquietanti e morti che parlano a Louis in sonno…gli elementi dell’horror insomma ci sono tutti.

Ma sarà l’introspezione psicologica, fattore fondamentale nelle opere di King, a fare la differenza? Se i registi hanno seguito l’opera dello scrittore l’empatia sarà inevitabile, perché le paure di cui si parla sono le stesse che prova il pubblico: il senso di perdita, l’impotenza legata a questo, il desiderio di vendetta, la pazzia e il desiderio inconcepibile di superare la barriera della morte.