Con l’agile traduzione di Susanna Basso, si presenta oggi 10 marzo 2020 sugli scaffali delle librerie, un libro entusiasmante. Il titolo è “Olive, ancora lei” (Giulio Einaudi editore, pag. 272) e l’autrice è Elisabeth Strout.

La scrittrice statunitense ha iniziato la sua carriera pubblicando dei racconti su alcune riviste come Oprah Magazine, Redbook, Seventeen e New Yorker. Poi la scrittura l’ha portata ad avvicinare riconoscimenti importanti, fra i quali il prestigioso Orange Prize nel 2000. Ma la sua carriera spesa anche in direzione dell’insegnamento come professoressa in alcuni college americani, ha decisamente un’occasione di sostanzioso fulgore nel 2009, quando vince il Premio Pulitzer per la narrativa.

Il romanzo che l’accompagna verso quel riconoscimento è “Olive Kitteridge”.

Il libro

Gli echi di quel fortunato 2009 non si sono spenti e continuano proprio in questa nuova pubblicazione. Infatti l’Olive citata nel titolo è esattamente l’eroina lasciata, nella precedente opera pubblicata nel primo decennio di questo nuovo secolo, a vivere nella sua asfittica cittadina costiera che porta il nome di Crosby nel Maine.

Come per i lettori, il tempo è passato anche sulla figura di Olive. Elisabeth la ripropone e la disegna come fosse una conoscente che ha raggiunto una certa età. Ma il nuovo status anagrafico non le impedisce di sperare, o semplicemente incorrere, in un nuovo amore e in conoscenze che si tramuteranno in profonde amicizie.

Figura cardine di questo recente scritto della romanziera di Portland, è Jack Kennison. Costui ha molti tratti in comune con Olive. Intanto è, come gli affezionati di Strout ricorderanno, vedovo come lei. Inoltre, anche lui ha lasciato la carriera universitaria di docente ed è in pensione.

I racconti come tasselli

Il romanzo usa la tecnica o il formato del florilegio.

Insomma, si tratta di varie occasioni e racconti che concorrono – con un fil rouge sotterraneo – a narrare gli ultimi dieci anni di esistenza della protagonista. Il risultato finale è ammirevole e appassionante. Al tutto concorrono tasselli di scrittura preziosa, dotati di titoli veramente centrati e suggestivi.

Titoli come “Luce” o “Amica” – che tratta con lievità di un’amicizia importante, nata sul bisogno di due individui di percorrere insieme un tratto dell’età della saggezza – mostrano quanto evocative possano essere le parole nella loro semplicità.

I racconti che nascono intorno alla relazione di Olive e Jack portano il lettore a comprendere quanto, ad esempio in “Travaglio”, i sentimenti siano sempre pronti a manifestarsi con grande veemenza: il desiderio e la complicità non smettono di agire e portano i due amanti a vivere il loro presente con rinnovata energia.