Lucio Battisti veniva monitorato da parte dei servizi segreti, sia italiani che statunitensi: la rivelazione è stata fatta dallo storico e politologo Aldo Giannuli e da Roberto Di Nunzio, attualmente project-manager delle strategie di comunicazione dello stato maggiore dell'Esercito. Giannuli ha reso noto di aver scoperto una nota confidenziale dell'Ufficio Affari Riservati incentrata proprio sulle presunte simpatie politiche del cantautore di origine laziale.

In tale informativa si parlava di un presunto finanziamento del popolare musicista al Comitato Tricolore, un'organizzazione dell'estrema destra fondata dal senatore del Movimento Sociale Italiano e direttore del "Borghese" Mario Tedeschi.

Bruno Lauzi e la smentita della presunta vicinanza del cantautore alla destra radicale

Lo stesso Aldo Giannuli ha sostenuto di trovare poco attendibile il contenuto dell'informativa dei servizi italiani su Battisti. Inoltre, lo storico ed esperto di intelligence ha ribadito di non aver mai dato troppo peso alla nota confidenziale, d'altronde, era comunque abituato a leggere nelle informative dei servizi delle vere e proprie bufale "stratosferiche". Il politologo ha parlato anche di un'incontro avuto con Bruno Lauzi, in cui il compositore smentiva qualunque presunto sostegno finanziario di Lucio Battisti al mondo neofascista in quanto decisamente parsimonioso.

Durante l'incontro con Giannuli, Bruno Lauzi ha ribadito di ritenere che secondo lui Battisti votava per il Partito Repubblicano Italiano.

La precisazione di Mogol

La tesi del presunto sostegno al neofascismo di Battisti è stata smentita anche da Mogol, attualmente presidente della SIAE e noto per il suo storico sodalizio artistico con Lucio Battisti. Mogol, all'anagrafe Giulio Rapetti, ha precisato che l'autore di "Emozioni" era decisamente disimpegnato politicamente e ha dichiarato che entrambi non erano "né di sinistra né di destra nel senso che eravamo al di fuori della Politica".

Mogol ha anche specificato che, al tempo, vi era nel mondo musicale l'obbligo di parlare di politica mentre lui e Battisti parlavano della vita.

Giannuli rivela inoltre che il servizio segreto del ministero dell'Interno sorvegliava non solo Battisti, ma il mondo dello spettacolo in generale con molti altri artisti famosi 'osservati speciali', su tutti Fabrizio De André, Milva e Gianni Morandi.