Nomadland, la piccola pellicola itinerante sui nomadi americani che viaggiano e vivono spostandosi per gli Stati Uniti in van, diretta dalla regista cinese Chloé Zhaou vince il Golden Globe per il miglior film e regia. Nomadland (visibile dal 30 aprile 2021 su Disney Star) mette, così, un’ipoteca ai prossimi Oscar. Il film, dopo essere stato premiato all’ultimo festival di Venezia, sottrae i riconoscimenti al più quotato Mank diretto alla perfezione da David Fincher (Seven, The Social Network), un biopic sullo sceneggiatore Herman Jacob Mankiewicz, detto Mank, attivo ad Hollywood tra gli anni Trenta e Cinquanta, vero autore di Quarto potere di Orson Welles.

David Fincher, a detta di molti avrebbe meritato almeno la miglior regia, molti giornalisti hanno contestato la mano non espertissima della cineasta cinese, premiata in quella categoria. L’attore afroamericano Chadwick Aaron Boseman, deceduto per un tumore lo scorso agosto, ha vinto il Golden Globe postumo per la sua interpretazione, di Ma Rainey's Black Bottom (visibile su Netflix dal 20 dicembre 2020). Non ce la ha fatta, invece, Viola Davis protagonista del medesimo film diretto da George Costello Wolfe: premiata, invece, l’attrice di colore Andra Day nella parte di Billy Hollyday, stella del jazz nel biopic The United States vs. Billie Holiday.

Delusione per Mank di Fincher con Gary Oldman, premio postumo a Chadwick Aaron Boseman

I Golden Globe, premiano anche i protagonisti e commedie. Sorpresa per Sacha Baron Cohen, miglior commediante con il seguito di Borat-Seguito del film Cinema, mentre per le attrici, la migliore è Rosamund Pike, molto apprezzata per I care a lot (prossimamente su Amazon Prime Video).

Nella categoria non protagonista, vince Jodie Foster, attrice, regista e produttrice, qui nel cast di The Mauritian (non ancora visibile in Italia), la storia di Mohamedou Ould Slahi, ex prigioniero per 14 anni del carcere statunitense per terroristi a Guantanamo. La Foster aveva vinto nel 1989 e nel 1992 di due Oscar come miglior attrice.

Nella versione maschile, il migliore è Daniel Kaluuya, già visto in Black panther, premiato per la pellicola biopic Judas and the Black Messiah: interpreta Fred Hampton capo del movimento afroamericano anni Sessanta per i diritti civili Black Panthers. Tra i premi importanti, la miglior sceneggiatura è di Aaron Sorkin per Il processo ai Chicago 7 (su Netflix dal 5 gennaio), alla sua seconda regia dopo Molly’s game. Sorkin, autore di Codice d’onore, The Social Network, Steven Jobs, è uno degli sceneggiatori più ricercati ad Hollywood.

Laura Pausini conquista con il brano Io, sì (Seen) de La vita davanti a sé con Sophia Loren

Il premio per la colonna sonora va a Soul della Disney (visibile da dicembre 2020 su Disney+) il terzetto Trent, Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste, mentre la canzone più apprezzata è Io, sì (Seen, in inglese), interpretata da Laura Pausini e scritta da Laura Pausini, Niccolò Agliardi e Diane Warren.

Il brano è nel film di Edoardo Ponti La vita davanti a sé (dal 20 dicembre su Netflix) che segna il ritorno al cinema di Sophia Loren in una grande interpretazione. La pellicola non viene premiata, invece, tra la cinquina degli stranieri, battuta dal koreano Minari.

La prima edizione dei Golden Globe dell’era Covid è andata in onda domenica scorsa sulla NBC presentata da Amy Poehler dal lussuoso Hotel Beverly Hilton di Beverly Hills a Los Angeles e da Tina Fay dalla Rainbow Room situata al 65esimo piano del Rockfeller Center a New York.

I critici hanno notato come i giurati abbiano preferito seguire una linea molto politically correct, a parte Borat, puntando su attori neri e storie afroamericane, e non sul vero valore artistico delle pellicole, per farsi perdonare che tra i mille membri della stampa estera che giudica i film, non ci sia un giornalista di colore.

Una polemica che approderà fino ai prossimi Oscar che solitamente, confermano film e attori premiati ai Golden. La cerimonia degli Oscar del 25 aprile a Los Angeles sarà in diretta in chiaro da mezzanotte sul canale 26 Cielo.