Il ministro della cultura Franceschini non ha dubbi a proposito, e nelle proposte inviate il 12 aprile al Capo Dipartimento della Protezione civile chiede l’apertura dei concerti e degli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi se verrà accordata la presenza del pubblico negli eventi sportivi.

Fimi: 'Il pubblico negli stadi? La musica live è discriminata'

La polemica nasce in relazione alle notizie di stampa apparse stamattina, riguardo a una differenziazione tra la presenza del pubblico negli eventi sportivi e in quelli culturali. La polemica tuttavia non è nuova, infatti era scaturita già dopo il via libera del governo alla presenza del 25% di tifosi all'Olimpico per Euro 2020, così Enzo Mazza, ceo di Fimi, la Federazione dell'industria musicale italiana, ritorna a parlare di disuguaglianza tra sport e spettacolo e chiede che tale discriminazione nei confronti del mondo della cultura venga appianato come è giusto che sia.

Il ceo di Fimi chiede pertanto l'immediata apertura di un tavolo di confronto per ottenere quantomeno un trattamento equivalente a quello riservato al mondo dello sport perché se è possibile consentire l’ingresso in uno stadio con 16 mila persone per il calcio, deve essere possibile anche per un concerto. Infatti al momento si sta pensando di consentire i concerti e gli spettacoli culturali all'aperto con mille o poco più persone, causando ulteriori danni a un settore già sensibilmente distrutto dalla pandemia.

Franceschini chiede di raddoppiare le presenze e permettere gli eventi

Franceschini rassicura il mondo della Cultura e dello Spettacolo, assicurando che verrà raddoppiata la presenza massima consentita per gli spettacoli sia all'aperto sia al chiuso, spingendo per poter riaprire tutto entro la fine di aprile.

In questi giorni infatti, si stanno studiando con il Capo Dipartimento della Protezione civile possibili soluzioni che vengano incontro a Cinema, teatri, danza, musica, manifestazioni artistiche e che non escludano il coinvolgimento delle Regioni al fine di trovare il modo di sperimentare eventi aperti anche con qualche migliaio di persone, sul modello del concerto di qualche giorno fa a Barcellona.

Lavoratori dello spettacolo occupano il Globe Theatre a Roma

Il mondo dello spettacolo intanto è difatti un settore distrutto, con lavoratori dispersi e senza più disponibilità, piccoli teatri che hanno chiuso per sempre e ora si spera che una decisione politica possa finalmente retrocedere alle restrizioni sanitarie applicate fino ad oggi.

Su questo clima di preoccupazione e scontento, un gruppo di lavoratori dello spettacolo ha occupato stamani il Globe Theatre a Villa Borghese a Roma, chiedendo una riforma strutturale del settore che li tuteli in caso di una nuova emergenza.

La protesta abbraccia tutto quel settore che si è mostrato come “precario” e lasciato solo, insieme al mondo dei musei che ha subito un calo del 70% delle presenze e un calo medio dei ricavi del 40-60%, rispetto ai risultati del 2019.