I disturbi del sonno sono un fenomeno molto comune che colpisce persone di tutte le età. Tuttavia, gli anziani sono quelli che ne soffrono di più. Le difficoltà riguardano sia l'addormentarsi, sia il vero e proprio sonno che non è costante e porta gli anziani a svegliarsi minimo tre volte durante la notte e si alzano il mattino all'alba.

Spesso per dare delle spiegazioni a fenomeni come questo, si usa il metodo dell'osservazione che consiste nell'analizzare un campione che può variare in base all'importanza dello studio e si dà l'esito nella media analizzando le caratteristiche delle singole persone analizzate.

Tuttavia, questo metodo è altamente messo in discussione, nonostante sia largamente impiegato. Tra i problemi legati a questa metodologia c'è la frequenza con la quale vengono fatti i controlli e se gli intervalli variano di qualche ora, il metodo risulta pressoché inaffidabile. Viceversa, se l'intervallo è frequente, il metodo risulta molto affidabile.

Risolvere i disturbi del sonno

Dopo aver analizzato le cause, gli studi hanno rivelato i possibili metodi per risolvere, o quanto meno, ridurre i disturbi che ci fanno svegliare più volte nella notte.

Tra i vari consigli, c'è quello di effettuare delle modifiche all'ambiente in cui dormiamo. A volte l'aggiunta o la rimozione di qualche elemento presente in stanza, può agevolare il sonno, soprattutto se gli hanno particolari significati affettivi.

Per gli anziani, quelli che vivono nelle case di riposo, spesso la luce, il rumore o il disturbo creato dei compagni di stanza, può incidere negativamente sulla qualità di riposo.

Uno studio specifico ha dimostrato che abbassare la luce aiuta a mantenere i ritmi circadiani. Per quanto riguarda il rumore, l'unico consiglio applicabile qualora non si avesse complicità da parte dei coinquilini, è quella di indossare delle cuffie isolanti che fanno tendere a zero il rumore percepito dalle orecchie.

Il test sull'esercizio fisico

Anche l'esercizio fisico fa la sua parte. Fare attività fisica dovrebbe favorire il sonno delle persone più giovani, ma ben due studi hanno avuto esiti completamente contrastanti.

Il primo studio è stato effettuato in 7 case di riposo su 65 persone con età minima di 65 anni con problemi di incontinenza urinaria.

Le notti di osservazione sono state due e i soggetti in questione sono stati divisi in due gruppi, uno seguiva un programma di attività fisica, l'altro continuava con le normali abitudini delle persone.

Il risultato è che non ci sono state differenze tra il sonno dei due gruppi. Dunque, non vi erano vantaggi nella conciliazione del sonno.

Il secondo studio, invece, ha coinvolto meno persone: è stato condotto su 22 anziani che soffrivano di demenza, 11 di essi seguivano un trattamento di attività fisica e gli altri 11 partecipavano ad attività sociali.

L'esito del test ha mostrato chiari segni che le 11 persone che praticavano attività fisica, avevano ricevuto benefici nel sonno rispetto agli altri. Tuttavia, i due studi dimostrando risultati completamente opposti, non si può dire effettivamente che l'esercizio fisico possa portare vantaggi.