Cosa pensate quando vedete una donna alla guida?

Negli ultimi anni in particolare un tema ricorrente e molto dibattuto è quello sugli stereotipi. Quando si parla di stereotipo comunemente si pensa ad un'idea negativa nei confronti di qualcuno (o di qualcosa) che influenza anche il nostro modo di comportarci. In realtà, per definizione, uno stereotipo è un insieme di credenze sulle caratteristiche tipiche di un gruppo sociale; è una generalizzazione sul gruppo che non considera le caratteristiche specifiche dei singoli. Essi quindi non hanno connotazione negativa, siamo noi a renderli tali.

Esistono infatti altri tipi di stereotipi oltre a quelli negativi, come ad esempio gli stereotipi neutri (quelli sul Natale, con la neve ed il caminetto acceso, o quelli su San Valentino, una giornata da passare all'insegna dell'amore) e gli stereotipi positivi (per esempio "gli uomini italiani sono molto passionali" o "gli svizzeri sono sempre puntuali").

Essi sono innati perchè pensati come un meccanismo di sopravvivenza e di difesa da situazioni potenzialmente pericolose: la maggior parte di noi (se non tutti) sa che è bene non passare del tempo in una stazione durante la notte perchè potrebbero accadere cose spiacevoli. Positivo, negativo o neutro che sia, fondato o meno, questo tipo di stereotipo ci fa evitare le stazioni di notte, specialmente quando non siamo in compagnia.

Come possiamo evitare visioni stereotipate della realtà?

Gli stereotipi sono innati, di conseguenza non è possibile eliminarli del tutto anche perchè in certe situazioni possono tornarci molto utili mettendoci al sicuro da situazioni potenzialmente dannose. Tutto ciò che possiamo fare è cercare di sopprimere quelli negativi, di tenerli a bada in un angolino della nostra mente; quando per esempio ci accingiamo a conoscere un nuovo compagno di classe o un nuovo collega di lavoro straniero (cinese, americano o africano che sia) dovremmo cercare di non pensare alle prime cose (negative o positive) che ci vengono in mente sulla categoria in questione, ma porci nel modo più accogliente e disponibile possibile al fine di approfondire la conoscenza non solo della persona ma anche della sua cultura.

Solo attraverso la conoscenza è possibile ridurre gli stereotipi, meglio ancora se questa conoscenza è diretta ed è accompagnata da un contatto reale con la categoria in questione.

Lo svantaggio nel sopprimere uno stereotipo è che quest'attività consuma molta energia cognitiva, soprattutto zuccheri. Se volete cercare di sopprimere gli stereotipi, soprattutto quelli negativi, un buon modo sarebbe farlo tenendo sempre in tasca un cioccolatino; un ottimo integratore che ha anche il potere di migliorare l'umore.

Una delle conseguenze peggiori degli stereotipi negativi sono i pregiudizi: valutazioni, generalmente negative, di un target sociale (persona, oggetto, evento, ecc.) basata sulla semplice appartenenza ad un certo gruppo che non tiene conto delle caratteristiche del singolo. A loro volta i pregiudizi possono portare a discriminazioni: manifestazioni esplicite di comportamenti negativi verso i membri di un gruppo. Purtroppo sempre più spesso pregiudizi e discriminazioni sfociano in atti di violenza sia fisica sia psicologica; un esempio recente e molto attuale è la violenza sulle donne. Negli ultimi tempi si sta cercando di sensibilizzare e di difendere la categoria da discriminazioni e da atti di violenza attraverso campagne volte ad informare in modo attento ed accurato, rendendo le persone più consapevoli del fenomeno della violenza di genere e delle sue implicazioni personali, culturali, sociali e giuridiche.

Un recente esempio è rappresentato dal manifesto di Venezia: un insieme di dieci articoli che mirano ad eliminare la violenza di genere, le discriminazioni che si ritrovano anche nelle parole o nelle immagini, non solo negli atti. Ha inoltre l'obiettivo di portare le persone "a superare gli stereotipi, i luoghi comuni, le espressioni offensive che troppo spesso segnano le cronache delle violenze sulle donne"; ci si auspica che non solo si prenda consapevolezza del male che atti del genere portano con sé, ma anche che finalmente si possa porre fine ad un fenomeno che ci fa regredire di anni.