Nella giornata di ieri i carabinieri del nucleo Ros, nel corso di una vasta operazione antimafia nei pressi di Roma, hanno eseguito 31 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di alcuni esponenti del clan Fragalà, ritenuto di stampo mafioso. Nel corso delle operazioni i militari hanno sequestrato una formula di affiliazione al sodalizio criminale in questione. A tal proposito, proprio ieri, l'agenzia giornalistica Agi, sulle sue pagine online, ha pubblicato un approfondimento riguardo ad alcuni rituali, di stampo esoterico, che i membri delle associazioni mafiose eseguirebbero, in particolare proprio sui novizi.

Non è stata la prima volta ieri che i militari sequestrano delle formule di affiliazioni, in passato infatti sono stati ripresi anche dei video.

Il rituale per entrare nel sodalizio mafioso

Per entrare in un sodalizio criminale del genere, come ad esempio quello di Cosa Nostra, ma anche della cosiddetta 'Ndrangheta, bisogna infatti superare una prova di iniziazione. Il novizio viene portato in una stanza, e qui viene sottoposto al rito vero e proprio (si evita di scendere nei particolari). Il picciotto, così come viene chiamato "l'iniziato", viene punto sulla mano con uno spillo: qui viene leggermente ferito, poi, viene presa una piccola immagine sacra (il cosiddetto "santino) e alla stessa, dopo che il sangue ha bagnato la superficie di quest'ultima, gli viene dato fuoco.

Un rituale molto rigido che si perpetua da secoli. L'aspirante mafioso poi giura quindi sulla sua stessa vita. A raccontare per primo questo strano rituale di ingresso nella società mafiosa, fu il pentito Tommaso Buscetta, che spiegò agli inquirenti nel dettaglio come fosse stato ricevuto in Cosa Nostra. A presidiare le cerimonia c'è il cosiddetto "padrino".

La parte del corpo che viene ferita è l'indice di una delle mani, solitamente quella con cui il soggetto è abituato anche a sparare.

Un rituale simile a quello massonico

Quello che emerge è uno stretto legame tra questo rituale e quelli massonici. Da sempre, infatti, la storica "fratellanza", definita appunto Massoneria (che non è una società segreta come i più potrebbero pensare), usa degli strani rituali per l'ingresso dei novizi nella propria schiera di "associati".

In Massoneria il novizio diventa un "fratello". Una delle prime persone a spiegare l'affinità dei rituali massonici a quelli mafiosi fu Giovanni Grimaudo. Costui era maestro venerabile di una loggia deviata chiamata "Iside 2", la quale aveva sede a Trapani, almeno fino al 1986, anno in cui fu sgominata e sciolta. Agli inquirenti, Grimaudo disse che il rito mafioso fosse uguale a quello Scozzese Antico e Rettificato (da non confondere con quello Scozzese Antico e Accettato), usato nella suddetta loggia deviata. Tale rituale farebbe derivare le sue origini dal massone francese Jean - Baptiste Willermoz, e avrebbe le stesse peculiarità del rito della cosiddetta stretta osservanza templare, fondato a sua volta dal barone Karl Gotthelf von Hund.

A questo punto è curioso notare come la tradizione cavalleresca sia presente sia nella mafia che nella massoneria. La 'Ndrangheta ad esempio fa derivare l'origine della mafia da tre cavalieri spagnoli del XV secolo: Osso, Mastrosso e Calcagnosso, mentre la Massoneria dai celebri Cavalieri Templari, difensori della cristianità e protagonisti assoluti delle crociate medievali.

Tradizione cavalleresca

Come detto quindi, è comune ad entrambe la tradizione cavalleresca. I tre cavalieri spagnoli, secondo la leggenda in questione, avrebbero dettato le regole a cui si ispirarono in seguito la 'Ndrangheta, la stessa camorra e Cosa Nostra. Dai Templari invece la Massoneria avrebbe tratto la tradizione storica, e la stessa perseguirebbe ancora gli antichi rituali della cavalleria medievale.

Cosa Nostra ultimamente però si sarebbe data una nuova forma, e sarebbero in aumento i cosiddetti "uomini d'onore riservati": si tratta di soggetti centrali, molto utili negli affari economici e politici che la mafia intrattiene, anche con altri sodalizi criminali, ma anche con soggetti pubblici. Tutto questo non rappresenta una tradizione folcloristica, ma sono elementi centrali in tutta l'organizzazione mafiosa, che nel corso degli anni (purché si tratti di leggende, si precisa) hanno contribuito al successo delle organizzazioni criminali, creando un forte legame tra i membri dei rispettivi sodalizi.