La minaccia dei repentini mutamenti climatici è sempre più concreta e tangibile: tra i suoi effetti, si stima che entro il 2100 il ciclo delle estati potrebbe estendersi fino a sei mesi - circa 166 giorni. A darne la notizia un gruppo di ricercatori, coordinati dalla Chinese Academy of Sciences, secondo cui tale fenomeno - che investirebbe l'emisfero settentrionale - avrebbe effetti devastanti sulla nostra Salute nonché a livello ambientale. In questo scenario risulteremmo maggiormente esposti a malattie infettive ed allergie, saremmo soggetti ad eventi meteorologici sempre più estremi, con annesse conseguenze sull'ecosistema.
La centralità di tale studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, risiede nella doverosa presa di coscienza da parte delle persone di quanto sta accadendo nel nostro Pianeta. Infatti, come dichiarato da Scott Sheridan, esperto di clima, tale consapevolezza 'avrà un impatto maggiore su come si stanno percependo in generale i cambiamenti climatici'.
Estati interminabili, inverni sempre più brevi
Quanto paventato per il futuro dagli esperti della Chinese Academy of Sciences è in realtà un cambiamento in atto già da molti anni. Le estati attuali, infatti, sono già circa il 20% più lunghe rispetto al passato; tale fenomeno, in costante aumento, è stato osservato per quasi 60 anni, dal 1952 al 2011.
In questo arco temporale, vagliando dati climatici giornalieri relativi all'emisfero settentrionale, è emerso come il periodo estivo si sia espanso notevolmente, passando da 78 a 95 giorni. Come logica conseguenza, il ciclo delle altre stagioni ne è stato affetto: se gli inverni hanno subito un lieve calo, da 76 a 73 giorni, ad averne maggiormente risentito sono primavera ed autunno, la cui durata è diminuita rispettivamente da 124 a 115 giorni e da 87 a 82 giorni.
Assodati tali elementi, utilizzando modelli di cambiamenti climatici per ipotizzare eventuali scenari prossimi nel tempo, è emerso come gli stravolgimenti più estremi debbano ancora arrivare. Il team ha infatti calcolato come entro il 2100 'la bella stagione' possa protrarsi addirittura per 166 giorni; circa sei mesi, come suggerisce l'autore dello studio Yuping Guan, 'caratterizzati da insolite ondate di calore a causa del surriscaldamento globale'.
Yuping Guan avverte: 'Studi ipotizzano rischi significativi per ambiente e salute'
Le incombenti conseguenze dei cambiamenti climatici si ripercuoterebbero particolarmente nell'area mediterranea e nei pressi dell'altopiano tibetano. Tuttavia le calamità non risparmierebbero il resto del globo, provocando ingenti danni su scala mondiale. 'Numerose ricerche - asserisce Guan - hanno già dimostrato come il mutare delle stagioni comporti rischi significativi per l'Ambiente e la salute'. L'intero ecosistema risulterebbe alterato; le difformità delle migrazioni degli uccelli e della fioritura delle piante, per citare alcuni esempi, provocherebbero inevitabili scompensi tra animali e fonti di cibo. A ciò si aggiungerebbe la devastazione che potrebbe interessare l'agricoltura, a causa di 'false' primavere o inverni tardivi.
In tale contesto neppure gli individui ne uscirebbero indenni; infatti le temperature anomale unite all'irregolarità del susseguirsi delle stagioni, faciliterebbero l'invasione di insetti portatori di virus come le zanzare tropicali. Ad aggravare ulteriormente la situazione, eventi meteorologici estremi, con 'incendi sempre più frequenti e intensi, cui farebbero da contraltare eccezionali ondate di freddo'. Pertanto, l'augurio di Guan ė che tali previsioni aumentino la consapevolezza nelle persone, attivandole nel creare le condizioni perché tutto ciò non accada.