Il libro Il Cinema rovente di Umberto Lenzi è la prima monografia pubblicata sui film del regista Umberto Lenzi e somiglia moltissimo al suo cinema: è strabordante, eccessiva, piena di gemme nascoste e plateali.

Il libro, edito da 'Il Foglio Edizioni' a metà 2021, è praticamente un'enciclopedia su tutta l'opera del regista toscano scomparso nel 2017. Il volume è lunghissimo, con più di 600 pagine in formato grande ed è pieno di fotografie dai set.

La sfida di scriverlo è stata raccolta da tre autori, Davide Magnisi, Gordiano Lupi e Matteo Mancini, che si sono accuratamente soffermati sulla varia e vasta filmografia di Lenzia.

Un 'Umberto Lenzi' inedito

Il libro è composito, come d'altronde è stata la carriera del toscano Umberto Lenzi: una prima parte analizza tutti i suoi film con la stessa cura e attenzione, dai primi, magari meno celebri, fino ai titoli più famosi, come Così dolce… così perversa, Orgasmo, Milano rovente, Milano odia: la polizia non può sparare o Cannibal Holocaust, solo per citarne alcuni.

Umberto Lenzi i generi li ha attraversati tutti, uno lo ha persino fondato, il cannibalico. Ma ci sono stati anche il peplum, i film di pirati, di guerra, i western, i gialli con venature erotiche o orrorifiche argentiane, le commedie e il poliziottesco, insomma, tutto quello che offriva il cinema di genere italiano.

Ossia quello che, dopo aver riempito le sale, è stato massacrato dal ludibrio o dal silenzio della critica italiana. Per poi salire agli onori dopo la rivalutazione che Quentin Tarantino ne ha fatto, elevandolo a modello per il suo cinema e tutto un filone pulp.

Dopo la lunga e accurata carrellata di Gordiano Lupi su tutta la filmografia lenziana, Matteo Mancini si sofferma, in particolare, su alcun ricordi personali e riflessioni su film forse meno famosi oggi, al di là dei gialli e del poliziottesco, ma non meno importanti per il Lenzi cineasta.

Lenzi cineasta

Nella parte curata da Davide Magnisi, c’è un denso e dettagliato, storicamente accuratissimo, studio del rapporto tra Lenzi e la critica: non un'analisi noiosamente accademica, ma una vera immersione nella storia cinematografica e persino politica del tempo. Perché Lenzi non è stato solo un autore riempi-sala, ma uno di quei registi che ha raccontato l'Italia dell'epoca, senza ergersi a grande autore, ma semplicemente fotografandone la violenza e l’insicurezza, soprattutto delle città.

A proposito, c’è un altro originale e sorprendente saggio di Magnisi su cos'era la Milano del tempo e da dove veniva tutta quella criminalità, che non era solo un effetto spettacolare del poliziottesco.

Infine, ma non ultima per interesse, vi è una lunga serie di interviste, sempre curata da Davide Magnisi, ad attori e collaboratori di Lenzi: da Dario Argento (che ne è stato sceneggiatore) alle attrici Lisa Gastoni, Maria Rosaria Omaggio, Laura Belli, Erika Blanc, Martine Brochard e pure a Wandisa Guida, protagonista del suo primo film e poi diventata moglie del produttore Luciano Martino (al fratello Sergio Martino è dedicata un’altra intervista utile per comprendere il cinema di genere di quegli anni).

Un venerato maestro

Accanto a queste voci, ci sono quelle di vari tecnici, come il direttore della fotografia Nino Celeste o il montatore Eugenio Alabisio e il musicista Franco Micalizzi, che con il regista hanno condiviso una straordinaria avventura nella storia del cinema italiano.

Non solo, ci sono anche le voci di ammiratori dell’opera di Lenzi e che poi, una volta diventati artisti, da lui sono stati influenzati, come lo scrittore Giancarlo De Cataldo (in parte mentore del Lenzi scrittore di gialli) e il regista americano Eli Roth, il quale - come Quentin Tarantino - considera Lenzi un venerato maestro. Con essi viene aperta tutta una pagina su come il regista toscano abbia colpito in maniera forte e incisiva l’immaginario di molti autori americani poi divenuti celebri negli anni ‘90 e 2000.

Insomma, è un libro adatto non solo per gli amanti del cosiddetto cinema di "serie B" italiano o del poliziottesco, come spregiativamente si chiamavano allora quei film, ma per tutti quelli che amano il cinema e vogliono scoprire un avventuroso e appassionante capitolo, a lungo snobbato dalla critica.