Il quotidiano britannico “The Telegraph”, in un articolo a firma del giornalista Ambrose Evans-Pritchard, sostiene che l’Italia potrebbe risolvere i propri problemi economici solo uscendo dalla zona euro. Il blocco dell’Italia, causato dalla deflazione e dalla crisi economica, non può essere “combattuto all’interno dei vincoli paralizzanti dell’Euro”. Il debito pubblico italiano è aumentato negli ultimi anni: basti pensare che dal 121% del 2011 è salito vertiginosamente al 132.6% nel 2013. In vista di una nuova crisi mondiale - legata al probabile innalzamento dei tassi d’interesse USA - prevista per il prossimo anno, l’Italia si troverà ad affrontarne le conseguenze in condizioni economiche peggiori del 2008 e, per questa ragione, secondo il giornalista inglese, nel Paese potrebbe innescarsi una vera rivoluzione politica.
Secondo Simon Tilford del CER (Centre of European Reform) il Governo italiano è a corto di politiche dedite a combattere la recessione e al premier Matteo Renzi, se vorrà continuare a governare, non resterà che affrontare la sua prossima campagna elettorale lanciando un forte messaggio anti-euro.
Ipsos Mori: 'La metà degli italiani voterebbe a favore dell’uscita dall’Euro'
A rafforzare questa tesi l’ultimo sondaggio Ipsos Mori, dal quale si evince un sorprendente 48% degli italiani i quali, se ne avessero la possibilità, voterebbero a favore dell’uscita dall’Euro e dall’Europa. Molte le percentuali negative che contribuiscono a costruire questo stato d’animo, come la disoccupazione che è all’ 11.4%.
Ma i dati della disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno sono ancora più allarmanti: 65% in Calabria, 56% in Sicilia, 53% in Campania con un’emigrazione di circa 100.000 giovani l’anno, spesso diretti proprio verso Londra. Inoltre l’istituto di ricerca “Svimez” rileva che il Sud Italia detiene anche il primato negativo delle nascite, il più basso dal 1862, sostenendo che sia prossimo al collasso sociale e, per via di questo “stato permanente di sottosviluppo”, il premier italiano si vedrà costretto a rivendicare la sovranità economica per cominciare a risolvere il problema.
I problemi delle banche hanno acuito la crisi
A peggiorare la situazione già disastrosa del "Belpaese" è la crisi bancaria: di fatto il prezzo delle azioni della maggiore banca, Unicredit, sono in forte ribasso da mesi, oltre al problema dei migliaia di risparmiatori di piccole banche regionali che hanno perso i propri investimenti.
Il Governo, volendo seguire il modello anglosassone, creando un fondo pubblico per aiutare il sistema bancario, ha finito per violare le norme imposte dalla zona euro. Istituendo, successivamente, il fondo ibrido (pubblico-privato) Atlante e coinvolgendo quindi altre banche e assicurazioni, potrebbe incorrere nel rischio di attirare nel guado anche istituti sani. L’Italia dunque, oltre a trovarsi in seria difficoltà non potendo gestire con la propria sovranità i problemi interni, non può al tempo stesso affidarsi ad una vera Unione Monetaria Europea solidale, la quale dovrebbe essere capace di elargire aiuti nei confronti di un Paese membro in caso di difficoltà; perlomeno semplificando la mole di ingerenti norme che la contraddistingue.
Infine, sempre secondo il giornale inglese, l’Italia non è come la Grecia e non può subire "sottomissioni". Tuttavia, l’uscita dall’euro potrebbe essere l’unica soluzione prima del disastro; sarebbero d’accordo anche alcuni poteri forti dell’industria italiana.