La Gran Bretagna è ufficialmente fuori dall’Unione Europea, la Brexit è diventata realtà. I Leave hanno raggiunto una vittoria di misura con il 52% rispetto ai Remain con il 48%, quando sono state scrutinate oltre 11 milioni di schede.
Un risultato storico quindi, anche per l’affluenza definitiva al voto del 72.2%, considerata una percentuale alta per il Regno Unito dove ogni elezione si è sempre fermata di gran lunga al di sotto di questa soglia. L’euroscettico Nigel Farage leader del partito di destra Ukip ha espresso tutta la sua gioia dichiarando che ora la Gran Bretagna può considerarsi una Paese libero e liberato da Bruxelles.
Secondo Farage ora al primo ministro Cameron non resterà che dimettersi, perché il Leave è stata la vittoria della gente vera, ordinaria, che ha “sconfitto le multinazionali, le banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l'inganno”. Il leader della destra estrema britannica ha continuato dicendo che il 23 giugno sarà ricordato come un’Independence Day.
La Scozia e la città di Londra tra le più favorevoli a restare in Europa
Ora bisognerà attendere nei prossimi mesi cosa succederà all’interno della Gran Bretagna stessa dopo la Brexit, infatti la Scozia - che aveva già tentato di rendersi indipendente dal regno istituendo un referendum nel 2014 – potrebbe cominciare ad adottare una politica di scissione, considerato che avrebbe espresso la volontà di rimanere uno stato appartenente all’UK, se a sua volta questo sarebbe rimasto in Europa.
Difatti la nazione scozzese si attestata come la popolazione maggiormente propensa a restare in Europa, con oltre il 60% dei voti a favore del “Remain”, con la capitale Edimburgo che addirittura supera il 74 % con voti a favore della permanenza. Tuttavia anche a Londra la maggioranza dei voti espressi sono a favore del Remain.
Intanto i mercati tremano e la Brexit provoca scossoni
La sterlina subisce un calo di oltre il 10% rispetto al dollaro, avvicinandosi al suo minimo storico del 1985. Prima dello spoglio il cambio GBP/USD era di circa 1.50/1.00 ( 1.50 dollari per 1 sterlina), alle ore 06.20 di stamattina il cambio si aggirava intorno all’ 1.30/1.00 (1.30 dollari per 1 sterlina) un gap considerato di gran rilievo in così poche ore di contrattazioni.
A poche ore dallo spoglio la borsa di Tokyo è entrata nel panico cadendo al 8.1%. Di conseguenza anche il prezzo dell’oro, uno dei beni “rifugio” per eccellenza, si è accresciuto notevolmente.
Il panico di mercati ed europeisti potrebbe essere eccessivo
Ad ogni modo prima che il processo di “divorzio” con l’Europa venga concluso, passeranno almeno due anni, ma nel frattempo si pensa a già come verranno ripensati i permessi di lavoro per cittadini stranieri che, anche se europei, saranno considerati extracomunitari, ma sarebbe una realtà anche la reintroduzione del passaporto per chiunque non sia suddito del Regno Unito. La burocrazia sarà dunque la problematica più annosa da dover risolvere dopo la Brexit, per il resto la Gran Bretagna, dalla Sterlina alla sovranità che comunque Cameron aveva ottenuto al di là del risultato del referendum, non è stata mai completamente integrata nella Comunità Europea.
Ora la domanda che molti cittadini europei - specialmente quelli dei Paesi maggiormente attanagliati dalla crisi - si pongono è: “davvero sarebbe così male uscire dall’Europa e svincolarsi dalla Germania?”.