Chi aveva ipotizzato ‘effetti disastrosi’ dopo l’uscita della Gran Bretagna dal mercato unico europeo in seguito al referendum di maggio dovrà ricredersi. Almeno per il momento. Nell’ultimo trimestre, infatti, l’economia britannica ha fatto registrare dati tutto sommato positivi, quantomeno migliori rispetto alle attese.

Crescita oltre le attese

Vari esperti in economia, infatti, avevano previsto una crescita minima: la Banca d’Inghilterra parlava di +0,2%, mentre gli analisti della Reuters avevano ipotizzato, nella migliore delle ipotesi, un +0,4%.

È andata meglio rispetto alle aspettative e nell’ultimo trimestre il Prodotto Interno Lordo britannico è cresciuto dello 0,5%. Quello analizzato è il primo ‘quarter’ (in italiano ‘trimestre’) interamente post-Brexit. In quello precedente (il secondo) l’economia britannica aveva fatto registrare dati leggermente migliori con una crescita del PIL del +0,7%. Il risultato ottenuto nel terzo trimestre è piuttosto sorprendente e, almeno momentaneamente, ‘mette a tacere’ quelli che a maggio avevano votato ‘Remain’ e avevano predetto tempi duri per l’economia delle due isole britanniche già a partire dall’estate 2016.

Il settore economico in cui si è assistito alla crescita più significativa è quello dei servizi, in salita dello 0,8%.

Mentre altri settori ugualmente importanti, nel secondo trimestre, hanno fatto registrare dati negativi. A partire dal settore delle costruzioni, che vanta il dato in negativo più evidente (-1,4%), passando per l’agricoltura (-0,7%) e finendo con quello della produzione industriale (-0,2%). Anche se c’è da dire che tutti questi dati negativi, in linea di massima, erano stati già predetti dagli esperti del settore.

Situazione ancora incerta

Al momento, però, il timore più grande riguarda la perdita di potere d’acquisto della sterlina. La valuta britannica ha già perso valore nei mesi immediatamente successivi alla Brexit. Al momento la discesa rimane molto contenuta, ma nel caso in cui continuasse inesorabilmente farebbe perdere poco alla volta potere d’acquisto ai risparmiatori.

Già dai primi mesi del 2017 il suo valore potrebbe arrivare a livelli molto bassi. È opinione diffusa tra gli economisti che i positivi sul PIL del terzo trimestre siano poco indicativi rispetto alle reali conseguenze della Brexit. Resta il fatto che il processo effettivo di uscita dal mercato unico è nella sua fase iniziale e che quindi un resoconto completo dei veri effetti potrà essere redatto solo nei mesi (se non negli anni) a venire. Per il momento, però, l’economia britannica si mantiene su livelli accettabili e tutto sommato positivi, nonostante tutto.