Il Quantitative Easing probabilmente andrà oltre il marzo del 2017. Ad annunciarlo è il Presidente della Banca Centrale Europea Mario #Draghi durante i lavori del Fondo Monetario Internazionale a Washington. Il presidente Draghi è intervenuto all’International Monetary and Financial Committee ed ha dichiarato come la crescita nella zona euro c'è, ma è moderata e va a rilento rispetto a quelle che erano le aspettative. Draghi ha comunque fatto notare che è cresciuto il PIL negli ultimi due trimestri grazie alla crescita della domanda interna e che la zona euro ha risposto bene al post Brexit.

Altra questione centrale è quella della riduzione degli NPL, ossia dei prestiti non performanti, che si sono ridotti dal 2013 ma che i livelli dell'NPL devono continuare a scendere e in questo è necessaria una grande cooperazione tra le istituzioni interessate, come i governi nazionali, le banche e gli investitori. "La politica monetaria — ha poi chiosato il presidente della #BCE— offre l’impeto necessario alla ripresa dell’area euro per rafforzarsi e all’inflazione per tornare gradualmente ai livelli in linea con il nostro obiettivo".

Cos'è il Quantitative Easing

Il Quantitative Easing, ossia l'alleggerimento quantitativo, è un piano di intervento economico che prevede l'acquisto di titoli di stato e di altro tipo da parte delle banche così da poter permettere l'immissione di denaro nel mercato.

Oltre a questo il #QE favorisce la concessione di prestiti bancari e dovrebbe permettere l'arrivo alla soglia del 2% per quanto riguarda l'inflazione.

Il programma è stato lanciato dalla Banca Centrale Europea nel marzo 2015, quando lo stesso Draghi ha annunciato l'acquisto di titoli di debito pubblici e privati per 60 miliardi di euro al mese.

Il progetto iniziale doveva chiudersi nel settembre del 2016. Dopo 9 mesi dal suo avvio però, nel dicembre 2015, la BCE rilancia il programma del Quantitative Easing, presentando il QE2 che, lasciando invariata la quantità di acquisto mensile, prolungava il progetto fino al marzo 2017.

Nel marzo del 2016, però, il Quantitative Easing viene perfezionato e la quantità di acquisto di titoli passa da 60 ad 80 miliardi di euro mensili, nonostante le critiche e il voto contrario della Germania.