Produrre una singola moneta da 1 centesimo di euro avrebbe il costo di fabbricazione di ben 4,5 centesimi (ovvero quattro volte il suo valore di scambio), mentre produrne una da 2 centesimi ha il costo di 5,2 centesimi (ovvero oltre il doppio del suo valore), è con questa motivazione che il deputato del Pd Sergio Boccadutri ha presentato un emendamento alla cosiddetta "manovrina" di correzione dei conti pubblici (detta anche "manovra-bis"), in discussione in questi giorni nella Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, che chiede lo stop al conio dei due più piccoli tagli delle euromonete da parte dell'Italia.

Ecco la proposta del PD per abolire i 'centesimini' e il risparmio previsto

La proposta del deputato del PD Boccadutri deriva da una considerazione finanziaria piuttosto semplice: dalla nascita dell'Euro (ovvero dal 2002) e fino al 2013 sono state prodotte ben 2,8 miliardi di monetine da un centesimo e 2,3 miliardi di monetine da 2 centesimi. Per un costo totale di 245,6 milioni di euro per le casse dello Stato, ovvero (dividendo tale cifra per 12 anni presi in esame) circa 20 milioni di euro all'anno. Un costo che scomparirebbe quindi nel caso in cui questo emendamento diventasse legge. La proposta di emendamento chiede anche che il risparmio derivante dagli effetti della norma sia destinato al "Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato"; inoltre viene richiesto che "con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro il 1° settembre 2017, si stabiliscano le modalità attraverso cui i pagamenti effettuati in contanti sono arrotondati nel periodo di sospensione".

Il che, tradotto all'atto pratico, significherebbe con ogni probabilità un arrotondamento a 5 centesimi.

Rimarrebbe comunque il valore legale delle monete da 1 e 2 centesimi

Va precisato comunque che anche qualora tutto ciò diventasse legge, questo non significherebbe una vera e propria messa al bando delle monete da 1 e da 2 centesimi.

All'atto pratico si tratterebbe infatti semplicemente della fine della produzione di esse da parte italiana, (decisione peraltro già presa da parte di Finlandia e Olanda) ma comunque quelle emesse negli ultimi 15 anni (e quelle che continuerebbero ad essere coniate da parte degli altri Paesi) e ancora nelle tasche degli italiani manterrebbero a tutti gli effetti il corso legale e potrebbero quindi essere ancora utilizzate nei pagamenti in contanti.

Situazione peraltro chiarita dalla stessa Unione Europea già nel 2010: insomma qualunque sarà il destino di questa proposta di emendamento al vaglio della Camera, le monetine da 1 e 2 centesimi continueranno a circolare e a pesare nelle tasche degli italiani per ancora diversi anni.