Le novità riguardandi il mondo delle Pensioni - dall'annuncio della riforma ad oggi - non hanno fatto altro che rallentare l'intero iter procedimentale di attuazione delle nuove misure proposte. I ritardi e i continui rinvii spesso hanno lasciato nel caos più totale tutti gli interessati ad uscire prima dal mondo del lavoro.
Quando, come e attraverso quali mezzi sarebbe stato possibile presentare domanda di prepensionamento doveva essere stabilito, più che dagli interventi pubblici dei politici, dai decreti attuativi, i quali - come molti sanno - si sono fatti attendere.
Finalmente lunedì sera però qualcosa si è mossa e il decreto attuativo riguardante l'ape sociale è stato finalmente firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Roberto Gentiloni.
Ape sociale: quando sarà possibile presentare domanda?
Nel decreto attuativo, insieme alle date, sono state fatte diverse precisazioni, come per esempio quelle riguardanti le risorse finanziare necessarie per l'intera manovra. Quello che si evince infatti subito da una prima lettura del decreto è che bisognerà fare richiesta a partire dal 15 luglio 2017 ed entro il 31 marzo 2018 e che inoltre "le domande presentate saranno prese in considerazione esclusivamente se residuano le necessarie risorse finanziarie".
Come tutti sanno diverse volte la data di inizio (cioè il momento in cui sarebbe stato possibile inoltrare la propria richiesta di prepensionamento) è stata spostata diverse volte, tanto che dal primo maggio si è arrivati adesso al 15 luglio.
Questo di fatto ha comportato due consegue:
- con lo slittamento della data di inizio slitta anche il termine per le risposte di accogliemento (adesso fissato al 15 ottobre);
- la prestazione verrà erogata retroattivamente a quei soggetti che comunque al primo maggio erano già in possesso dei requisiti necessari.
Chi sono i beneficiari?
Dopo le modifiche proposte dal Consiglio di Stato è corretto dire che - sostanzialmente - i soggetti che avranno accesso a questo trattamento resteranno sempre gli stessi, mentre è stato di fatto confermato il "divieto di cumulo" tra Ape sociale e altri redditi di lavoro (che vanno dai 4.800 agli 8.000 euro l'anno).
Novità in fine sull'Ape volontaria, anche questa in ritardo sulla tabella di marcia. Il testo disciplinante l'intero procedimento infatti - che non è riuscito ad arrivare al varo entro il primo marzo - starebbe per essere presentato al Consiglio di Stato, il quale (così come è successo per l'Ape social) dovrebbe procedere con le sue valutazioni in tempi brevi.