Tutto l'arco costituzionale sarebbe d'accordo nello spostare l'aumento dell'età pensionabile a 67 anni di altri 6 mesi facendolo scattare a giugno 2019. Questa sarebbe l'ipotesi su cui lavoreranno il Premier Paolo Gentiloni e i sindacati nel loro incontro in programma per oggi. A margine si discuterà anche di un possibile ampliamento della platea dei beneficiari della rottamazione bis delle cartelle della ex Equitalia. Vediamo di capire quali sono le reali possibilità di passare di questi due provvedimenti che potrebbero interessare milioni di nostri connazionali.

Il rinvio a giugno dell'aumento a 67 anni

La grande maggioranza bipartisan creatasi intorno all'ipotesi del rinvio a giugno 2019 dell'aumento a 67 consente di affermare che le probabilità di un rinvio siano estremamente alte. Emendamenti in questo senso sono stati presentati da tutte le forze principali della maggioranza e dell'opposizione, a partire dal Pd di Matteo Renzi. Giugno, inoltre, coincide con il termine ultimo, a disposizione del Governo, per poter adeguare l'aumento della età pensionabile alla speranza di vita.

Come sappiamo, ormai, l'età pensionabile dovrebbe essere aumentata di 5 mesi, arrivando quindi a 67 anni, mentre per poter andare in pensione anticipatamente servirebbero 43 anni e tre mesi di contributi.

Il Decreto interministeriale dovrebbe essere adottato entro il 31 dicembre 2018. Ma gli emendamenti presentati vorrebbero spostare la decisione del governo di 6 mesi a giugno 2019. In pratica si passa la patata bollente al nuovo esecutivo che uscirà dalle urne il prossimo anno.

I Sindacati, da parte loro, puntano ad un blocco totale dell'aumento da subito, anche se la visione non è così granitica per tutte e tre le sigle confederate.

Mentre la Cgil non è disposta ad arretrare neanche di un millimetro avendo già dichiarato, tramite la sua leader Susanna Camusso, di essere pronta allo sciopero generale, la Cisl potrebbe considerare il rinvio un risultato tutto sommato accettabile.

D'altra parte, un rinvio non assicura che il temuto aumento non ci sarà più anche se lo rende molto più incerto.

Da parte loro i tecnici del Governo fanno notare che uno stop implicherebbe costi aggiuntivi per il sistema previdenziale, nel suo complesso, superiori di circa 3 miliardi di euro all'anno.

L'ampliamento della rottamazione bis

Una situazione simile si è venuta a creare sul tema dell' ampliamento della platea di beneficiari della rottamazione bis. Sia da parte della maggioranza che da parte dell'opposizione si chiede di includere nella rottamazione anche le cartelle notificate fino al 31 dicembre 2017. Non solo, ma viene chiesto di riaprire anche la vecchia rottamazione e di aumentare la possibilità di rateizzazione per gli importi superiori al milione di euro. Vedremo se riusciranno ad andare in porto.