Qualche mese fa, Agcom, aveva avvertito gli operatori telefonici riguardo il rischio di ricevere sanzioni amministrative per chi facesse pagare ai propri utenti le bollette a 28 giorni, anziché mensili. Questo perché a Marzo, erano espressamente state dettate delle norme comportamentali da parte delle aziende nei confronti degli utenti. Qualcuno si può chiedere quale sia il problema di pagare in anticipo di due giorni, poiché invece del 30 o 31 si anticipa al 28. Il problema nasce dal fatto che la fatturazione a 28 giorni, implica una bolletta ogni quattro settimane, ma possono capitare dei mesi in cui le settimane sono cinque e quindi costa di più, perché il quinto mese va ad incidere sulla bolletta del mese successivo ed inizia una vera e propria catena.

Dunque il problema si porge a lungo termine, poiché portando il conto avanti con i mesi risulta che ogni anno, si paga una bolletta in più rispetto alla tariffazione mensile. Ovviamente andando avanti con gli anni, si pagano tante bollette in più ed è su questo che le compagnie telefoniche guadagnano.

Agcom, però, ha messo un freno a tutto ciò. La mancanza osservanza delle norme espresse nella primavera di quest'anno ha fatto scattare la massima sanzione per tim, wind, vodafone e Fastweb che si sono viste multate con cifre da capogiro. Ogni operatore, infatti, dovrà versare una somma pari a 1.16 milioni di euro.

1 miliardo di euro in più con la bolletta a 28 giorni

Sono ben 9 zeri quelli che vanno a guadagnare ogni anno le compagnie telefoniche con l'addebito ogni 28 giorni.

Parliamo dunque di 1 miliardo di euro in più solo per la rete fissa ogni anno e molto probabilmente saranno altrettanti per la rete mobile se non di più. Ed è qui che il Codacons ha affermato che la multa proposta da Agcom è giusta ma ridicola, poiché la cifra da pagare è solo un decimo del guadagno effettivo. Il Codacons, inoltre, ha esortato gli utenti a ribellarsi chiedendo la restituzione delle bollette pagate ogni 28 giorni.

Quello che Agcom ha punito non era l'effettivo aumento dei prezzi, ma la mancata trasparenza sia nella società, ma anche nella consapevolezza dei clienti per i quali non basta un semplice avviso per far comprendere appieno ciò che sta accadendo anticipando la fatturazione.

Le società, ovviamente, sono corse ai ripari ponendo un aumento delle tariffe. Ad esempio, Tim ha deciso di comunicare un rincaro dell'8,6% attraverso la modifica unilaterale del contratto. Questa, molto probabilmente, sarà la reazione anche degli altri operatori telefonici.