Da oggi tutti i principali operatori di servizi telefonici, ma anche le pay-tv, come Sky e Mediaset Premium, saranno obbligati a tornare a fatturare i consumi dei clienti ogni 30 giorni. E' infatti stata approvato ieri, 30 novembre 2017, il decreto legge che introduce nel nostro ordinamento il divieto di fatturazione a 28 giorni. Vediamo, quindi, cosa prevede nel dettaglio la nuova normativa e, soprattutto, quando, presumibilmente, verranno effettuati gli adeguamenti dagli operatori interessati.

Il ritorno alla fatturazione mensile

Come accennato, tutti i principali operatori telefonici, quindi tim, Wind, Tre Italia e Fastweb dovranno adeguarsi alla normativa approvata ieri dalla Camera dei Deputati e tornare a breve alla fatturazione ogni 30 giorni o a multipli di mese.

Un discorso a parte merita Vodafone che, già la scorsa settimana, aveva annunciato autonomamente di tornare alla fatturazione mensile. Lo stesso dovranno fare le aziende che offrono contenuti video a pagamento come Sky. La norma appena approvata esclude dalla fatturazione a 30 giorni solamente le promozioni che, ovviamente, hanno una durata inferiore al mese. Inoltre, in caso di violazione delle norme le compagnie telefoniche e di servizi tv dovranno pagare delle multe molto salate e riconoscere un'indennizzo al cliente finale.

Da quando il ritorno effettivo alla bolletta ogni 30 giorni?

Ovviamente, modificare i software per ricalibrare le fatture di milioni di clienti richiede tempo. Di conseguenza, il decreto legge prevede che gli operatori avranno 4 mesi di tempo per adeguarsi alla nuova normativa.

Se non procederanno all'adeguamento verranno sanzionate con multe variabili dai 240 mila euro fino ad un massimo di 5 milioni di euro, secondo quanto previsto dal Codice delle Comunicazioni elettroniche. Ma non è tutto. Infatti, a tali sanzioni, andranno aggiunti 50 euro di indennizzo riconosciuto a tutti i clienti più 1 euro ulteriore per ogni giorno di ritardo fino all'effettiva modifica.

Le probabili conseguenze

Ciò che la maggioranza delle associazioni dei consumatori temono, ma che anche molti esperti prevedono è che entro breve le compagnie telefoniche e le pay - tv procederanno alle dovute correzioni, ma faranno ricadere i maggiori costi sui clienti finali aumentando le tariffe. Ad esempio Tim, già ora, sul suo sito istituzionale presenta un raffronto dei costi tra la fatturazione a 28 giorni e quella mensile. Da parte sua l'agcom ha assicurato che vigilerà attentamente affinché non sia violata la norma e, in caso contrario, procederà a irrogare le giuste sanzioni pecuniarie.