Non bastava il redditometro adesso ci si ritrova a fare i conti con il Risparmiometro. Il primo è uno strumento con il quale l'Agenzia delle Entrate cerca di scovare eventuali evasori fiscali attraverso la tracciatura di possibili incoerenze, tra il reddito denunciato nell'anno passato e le effettive spese sostenute nel medesimo anno. E' dunque un potenziale bersaglio dell'agenzia pubblica italiana che svolge le funzioni relative ad accertamenti chi ad esempio ha dichiarato 1000 ma ha speso 3000. Tale incoerenza deve essere dimostrata: si deve provare che le spese maggiorate rispetto al reddito derivino da una donazione, da un'eredità, da una vincita al lotto o qualcosa di simile e 'gradita' dal Fisco.
Agenzia delle Entrate e Partite Iva
Nelle ultime giornate vi avevamo parlato dei controlli fiscali sulle Partite Iva, concentrate non più sulla corrispondenza dei dati inseriti in fase di dichiarazione dei redditi ma bensì anche sui conti correnti o pagamenti in contanti delle aziende.
Il Fisco approfondirà tutte le spese e se queste supereranno il 20% del reddito dichiarato allora partirà il prima citato redditometro. Ovviamente si tratta di una misura preventiva dedita però a scovare aziende che per esempio ricevono dei pagamenti in nero o comunque degli importi non inseriti poi nel Modello 730.
In caso di importi sospetti, il titolare di Partita Iva sarà costretto a dimostrare la provenienza dei soldi per accertare di non essere un evasore: saranno attuati una serie di controlli incrociati fra mancate liquidazioni, fatture a fornitori e simili per scovare potenziali furbetti: le misure di controllo non termino però qui e lo dimostra l'arrivo di un nuovo strumento.
Risparmiometro: ecco come funziona
Ma adesso si parla già di Risparmiometro. Una nuova misura che si abbatterà sugli italiani 'incriminati' di evasione fiscale ma ovviamente anche sul resto dei contribuenti. Si tratta di un meccanismo studiato dall'Agenzia delle Entrate per capire se quanto conservato in banca è proporzionale a quello che si guadagna e che si attesta in fase dei dichiarazioni dei redditi.
Vengono svolti una serie di calcoli che partono chiaramente dalla giacenza in banca del contribuente e dal reddito dichiarato dallo stesso. A questo viene aggiunto il tenore di vita familiare e lo si confronta con quello delle altre appartenenti alla stessa fascia di reddito: tra somme e sottrazioni si ottiene dunque un valore pari al possibile risparmio familiare, facendo cosi scattare il confronto con quello reale della famiglia in oggetto.
Se il dato ottenuto è superiore a quello reale scattano dunque la prima serie di controlli, cosi da permettere al Fisco di accertare la veridicità delle dichiarazioni in sede fiscale del contribuente. La misura del risparmiometro riguarderà qualsiasi persona fisica che detiene un conto finanziario presente negli elenchi dell'ente che garantisce gli adempimenti degli obblighi fiscali.
Cosa fa il Fisco con Risparmiometro
Una volta trovato il presunto evasore, questo avrà ovviamente l'opportunità di impugnare il possibile provvedimento dimostrando la propria buonafede. Potrà per esempio dichiarare di aver ricevuto un determinato importo da una successione di un caro defunto, da un vincita al lotto conservata e non spesa oppure una serie di arretrati rilasciati da un vecchio datore di lavoro.
L'Agenzia delle Entrate verificherà il tutto e stabilirà poi il da farsi: in caso di buonafede del consumatore no succederà alcunché, mentre se quest'ultimo viene 'scovato' dovrà pagare il corrispettivo dovuto alla tassazione del risparmio che verrà considerato come un comune reddito. Non si scapperà dunque alle grinfie del Fisco, determinato a scovare tutti quei capitali che derivano da operazioni poco lecite: il provvedimento farà probabilmente infuriare i consumatori, ormai controllati 'dalla testa ai piedi' ed ogni giorno potenziali bersaglio di controlli fiscali anche in questo 2018.