Il Bitcoin è morto: lunga vita al Bitcoin. Prosegue infatti ormai da diverso tempo il crollo delle quotazioni, ma se da un lato i prezzi della criptomoneta faticano a trovare un livello tecnico sul quale stabilizzarsi, dall'altro lato il dibattito tra favorevoli e contrari diventa sempre più acceso. Sembra del tutto mancare, a dire il vero, una posizione equilibrata sulla vicenda, mentre il futuro dovrà necessariamente fare i conti con l'adozione di quella che ora appare semplicemente come una tecnologia emergente. Molta della confusione che attualmente permea attorno alle criptovalute dipende dal fatto che dopo le ultime vicende, ogni posizione può essere sostenuta con quelle che appaiono come valide motivazioni.
D'altra parte, i colpi di scena ormai si susseguono da tempo ed è difficile non restare attoniti dall'elevato e continuo hype generato sul tema. Per cercare di trovare il bandolo della matassa, nelle prossime righe cercheremo di fare insieme il punto della situazione, proponendo ai lettori in maniera ordinata gli ultimi aggiornamenti.
Le nuove critiche e gli altolà alle criptovalute
Partiamo approfondendo quelli che potremmo considerare come i maggiori punti di criticità delle criptovalute. Sulle quotazioni delle monete virtuali si continuano a registrare nuovi minimi, tanto che il Bitcoin ha bruciato anche la soglia dei 6mila dollari all'interno della piattaforma di scambio lussemburghese Bitstamp.
Performance al ribasso sono registrate anche per altre valute digitali, come Ripple o Litecoin. Il problema dei prezzi da solo non giustifica però il pessimismo eccessivo sulla tecnologia. Lo scoppio della bolla dei tulipani non ha portato all'abolizione delle coltivazioni di fiori, così come la bolla hi-tech non ha frenato il successivo sviluppo del comparto.
Il vero redde rationem sembra invece atteso sul lato della regolamentazione. Gli ultimi rumors vedono muoversi in tal senso la Sec negli Usa e la Bce in Europa. Anche il Tesoro americano ha espresso preoccupazione in tal senso. Per il Ministro Steven Mnuchin, serve assicurarsi che le criptovalute siano utilizzate per fini legali, evitando che possano diventare uno strumento utile per le frodi o le attività di riciclaggio.
Queste prese di posizione fanno quindi pensare ad un prossimo intervento regolatore, elemento che potrebbe giustificare il nuovo minimo registrato dalle quotazioni del Bitcoin.
Nuovo sondaggio BCE: il 75% delle risposte favorevoli al Bitcoin
Stante il quadro appena delineato, quali possono essere gli umori delle persone comuni in merito alle criptovalute? Per cercare di appurarlo la BCE ha condotto un breve sondaggio informale via twitter dopo la metà dello scorso mese. Le risposte che si sono susseguite sono state abbastanza sorprendenti. Il quesito chiedeva di indicare se il Bitcoin possa rappresentare una valida alternativa alle tradizionali valute. Il 75% dei partecipanti ha risposto con un netto sì, mentre solo il 13% ha affermato il contrario.
Resta poi un 9% dubbioso (indicando un "forse"), mentre il 3% ha affermato di non sapere come rispondere. Si tratta di risultati inaspettati, soprattutto considerando che al momento le criptovalute non hanno ancora raggiunto una diffusione capillare tra la popolazione e restano uno strumento di "nicchia". Verrebbe però da chiedersi come si svilupperebbe il mercato qualora diventassero delle forme di pagamento elettronico accettate diffusamente. Ed è proprio questo, probabilmente, l'elemento che ancora manca per un'adozione universale delle monete digitali, assieme ad un sistema di regole e prassi che possa rasserenare anche gli operatori e gli organi di controllo istituzionali.