All'interno dei nostri precedenti articoli vi abbiamo già riportato come la Cina si stia muovendo in senso aggressivo rispetto alla diffusione delle valute virtuali. L'ultimo aggiornamento in tal senso riguarda il mondo della pubblicità online. Il Paese del Dragone ha vietato le diverse forme di advertising riguardanti le criptovalute su motori di ricerca e social network, diventando di fatto il Paese asiatico con l'approccio maggiormente restrittivo sulla questione. Una posizione che non sorprende vista la situazione pregressa, ma che pone non pochi interrogativi sul futuro di questo comparto, considerabile ancora in stato nascente.
La Banca centrale del popolo contro le criptovalute
Con questa mossa, la PBOC (la banca centrale del Paese) si muove nel solco di quanto già fatto lo scorso mese, quando ha vietato le raccolte di fondi in criptovalute. I principali portali di accesso al web cinesi, come Baidu e Weibo, si stanno adeguando alle richieste istituzionali, tanto che già oggi ricerche effettuate online al riguardo vedono sparire qualsiasi tipo di annuncio pubblicitario. La mossa potrebbe presto influenzare altri enti regolatori asiatici, mentre un simile provvedimento era stato già adottato nella scorsa settimana da parte del colosso americano Facebook.