Il Petrolio, si sa, è destinato a finire entro il XXI secolo, almeno a quanto dicono eminenti scienziati ed accademici di tutto il mondo. Ecco perché la ricerca scientifica di una fonte di energia rinnovabile sicura e possibilmente inesauribile interessa, praticamente, tutti. Dai vari governi alle aziende energetiche. Soprattutto, poi, se ha anche un basso impatto ambientale. Non stupisce, quindi, che l'eni abbia ufficializzato in queste ore di aver acquisito una partecipazione nel Commowealth Fusion Sistem per complessivi 50 milioni di dollari e, nello stesso tempo, abbia stilato un accordo formale con il Mit di Boston per arrivare a creare il primo impianto di produzione energetica a fusione nucleare.

La strategia di realizzazione

Per poter giungere ad un tale risultato in tempi relativamente brevi, presumibilmente entro i prossimi 15 anni, la partnership tra Eni e Mit punta ad utilizzare e sviluppare ulteriormente la tecnologia, già presente sul mercato, dei superconduttori ad alta temperatura. Questa particolare tecnologia permette di coniugare esigenze scientifiche, sociali ed economiche. Infatti, con i superconduttori ad alta temperatura è possibile sviluppare un reattore nucleare più piccolo, più facilmente assemblabile e dai costi nettamente inferiori rispetto ai progetti in corso in questo momento.

Il ruolo di Eni

D'altra parte, con questo investimento Eni entra nel consiglio di amministrazione del CFS e potrà fornire un notevole contributo allo sviluppo del progetto.

Anche perché l'accordo con Il Mit prevede che Eni possa svolgere programmi congiunti di ricerca sulla fisica del plasma e gli altri aspetti ad essa collegati. L'investimento, inoltre, si inquadra nella strategia di decarbonizzazione della stessa Eni e nel proseguimento di fonti di energia rinnovabile che siano sostenibili dal punto di vista economico e ambientale.

Commentando l'annuncio dell'investimento e il collegato accordo con il Mit di Boston l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha affermato che quello di oggi, 9 marzo 2018, è un giorno veramente importante che fa compiere ad Eni un grande passo avanti verso lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile alternative. Tra queste, continua il top manager Eni, la fusione nucleare rappresenta, certamente, una grande opportunità per il futuro. Ed Eni è intenzionata a raggiungere l'obiettivo in tempi brevi.