Oggi la commissione europea ha reso noto il pacchetto di misure che è stato ipotizzato per portare avanti il processo di derisking del sistema bancario volto a consolidare i risultati positivi ottenuti sul fronte della riduzione dei NPL.
Le linee principali di questo nuovo piano di azione includono l'introduzione di nuovi requisiti patrimoniali di copertura minima per i crediti di nuova erogazione che verranno classificati come deteriorati, nuove regole per facilitare la risoluzione stragiudiziale delle posizioni assistite da garanzia reale, iniziative per la promozione del mercato secondario dei crediti deteriorati e in fine schemi orientativi per l'istituzione di Asset management Companies a livello nazionale.
Il nodo dei requisiti di capitale
La misura più controversa riguarda la modifica del regolamento sui requisiti patrimoniali che disciplinano il livello di copertura minima per i crediti deteriorati. Si tratta della materia che ha suscitato di recente un'accesa diatriba tra il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani e il capo della vigilanza BCE Danielle Nouy al quale veniva imputata un'impropria attività legislativa non compatibile con le prerogative della banca centrale.
Secondo la proposta della Commissione Europea, ai crediti di nuova emissione (e dunque non allo stock di NPL esistenti che costituisce l'oggetto delle ispezioni BCE) andrebbero applicate percentuali di copertura che arrivano al 100% entro determinate soglie temporali fissate in due anni per i crediti sprovvisti di garanzia e 8 anni per quelli assistiti da garanzie reali.
Le altre misure per ridurre i NPL
Oltre ai requisiti patrimoniali, il nuovo pacchetto di misure elaborate dalla Commissione Europea prevede la possibilità di concordare anticipatamente la liquidazione stragiudiziale delle garanzie reali che assistono i finanziamenti purchè questi ultimi siano stati erogati a imprese e con l'esclusione del credito al consumo.
Inoltre, al fine di favorire lo sviluppo di un mercato secondario per la compravendita dei NPL, è prevista la possibilità per le società di credit servicing di operare in tutti i paesi dell'Unione Europea, facilitando pertanto la dismissione dei crediti per le banche.
Per concludere, la proposta della Commissione Europea include delle linee guida per la realizzazione di Asset Management Companies a livello nazionale che possano acquistare temporaneamente i crediti deteriorati per facilitarne la dismissione.