Si è soliti associare la condizione di invalidità descritta dalla Legge 104 a quei casi in cui vi sia una disabilità evidente. Secondo un'attenta lettura del testo della Legge del 5 Febbraio 1992 n.104 rubricata ''Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate'', è possibile comprendere come anche altre casistiche possano rientrare nel campo applicativo. Tra queste vi è anche la depressione, che può essere considerata dal testo normativo come una vera e propria invalidità.

Depressione e Legge 104

Con la Legge 104 lo Stato Italiano si è posto l'obiettivo di tutelare maggiormente i propri cittadini nel momento in cui si verifichino particolari condizioni fisiche o psichiche che possano in qualche modo influenzare la vita del soggetto.

Nel testo normativo, entrato in vigore nel 1992, si parla dunque di un handicap che può compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane arrecando al cittadino dei disagi di carattere sociale. Oltre però alle casistiche più diffuse, come ad esempio le malformazioni fisiche, la ridotta o la totale incapacità motoria e la difficoltà di apprendimento, vi è un ulteriore fenomenologia che può riconoscere al soggetto il diritto ad beneficiare di quanto previsto dalla Legge 104/1992: si tratta della depressione, che viene vista dallo Stato come una vera e propria invalidità, al pari delle altre più comunemente riscontrate. Esistono però diversi stadi relativi alla depressione e ciascuno di essi è correlato ad una percentuale di invalidità; si passa infatti dalle forme riconosciute meno invalidanti come quelle legate ad episodi frequenti ma con deficit moderati (dal 61 all'80%), fino ad arrivare a patologie come la schizofrenia, il disturbo amnesico persistente indotto da sostanze e il disturbo bipolare I con deficit grave, per i quali è riconosciuta l'invalidità del 100%.

Requisiti e benefici della Legge 104/1992

Ai fini del riconoscimento della Legge 104 per la depressione, è necessario che l'invalidità venga certificata dalla commissione mista dell'ASL; in essa infatti convogliano diversi pareri, da quello prettamente medico a quello psicologico, in maniera tale da riuscire ad avere una visione della patologia a 360°.

Per fare ciò sarà necessario inviare un certificato medico introduttivo, nel quale il medico curante del soggetto affetto da depressione indicherà il presunto grado di invalidità; il documento dovrà essere poi inoltrato all'Inps grazie all'apposito servizio 'Domanda di invalidità', presente sul sito ufficiale. Nel caso in cui non sia possibile procedere all'invio telematico, ci si potrà rivolgere anche ad un Contact Center o ad un patronato.

La richiesta verrà dunque esaminata e l'INPS si mobiliterà con l'obiettivo di fissare un appuntamento con la commissione dell'ASL. Qualora quest'ultima attesti la reale presenza di invalidità da depressione, il soggetto avrà diritto a particolari benefici. Il primo riguarda l'acquisto dei veicoli, in quanto potrà usufruire dell'IVA agevolata al 4%, con la conseguente detrazione del 19% e le diverse agevolazioni dal punto di vista del pagamento del bollo auto e delle tasse di iscrizione. In più sono previsti anche vantaggi sul luogo di lavoro: oltre ad avere diritto a 3 giorni di permesso retribuito, l'invalido potrà prolungare il congedo parentale, scegliere la sede lavorativa, rifiutare il trasferimento e ottenere altre agevolazioni fiscali.