Aprile 2018 verrà ricordato, negli annali statistici italiani pubblicati dall'Istat, come un mese in cui l'occupazione si è mantenuta stabile nel nostro Paese. Al contempo, però, a distanza di 10 anni da una delle peggiori crisi economiche e finanziarie che il mondo abbia mai conosciuto, il numero degli occupati - soprattutto fra i giovani - con 23 milioni e 20 mila ha raggiunto e superato i livelli pre-crisi.

Il tasso di occupazione totale, come riporta "Il Sole 24 Ore" si attesta di poco sopra il 58%, esattamente al 58,4%. Ma andiamo ad analizzare, più nel dettaglio, i dati pubblicati dall'Istituto Nazionale di Statistica.

Il tasso di disoccupazione attuale

Analizzando più approfonditamente i dati, si nota come il tasso di disoccupazione generale della popolazione italiana, secondo l'Istat, sia fermo all'11,2%. Nello stesso tempo, però, se si guarda principalmente alla disoccupazione giovanile, questa rimane piuttosto elevata al 33,1%, con 0,6 punti percentuali in più rispetto alla rilevazione di marzo. All'interno della categoria dei giovani, la fascia d'età che ha registrato una maggiore risalita del tasso di occupazione è quella compresa tra i 15 e i 24 anni, con una percentuale del 18%. Invece, per quanto riguarda coloro che hanno fra i 25 e i 34 anni, il tasso di occupazione si avvicina al 62%.

Ritornando ad un dato generale, si può notare come, nel mese di aprile, siano aumentate di circa lo 0,6% le persone in cerca di occupazione che, di conseguenza, non rientrano più nella categoria degli inattivi dal punto di vista della ricerca occupazionale.

Si tratta, in termini assoluti, di circa 17 mila persone in più. Dall'inizio dell'anno, invece, coloro che si sono messi attivamente alla ricerca di un lavoro sono stati, in totale, 24 mila, cioè lo 0,8% in più. Ma qual è il tipo di occupazione descritta dai dati Istat?

Le tipologie contrattuali

Secondo quanto riportato dal rapporto dell'Istat, la crisi economica ha inciso profondamente sulla tipologia dei contratti di lavoro che, attualmente, vengono maggiormente utilizzati nel nostro Paese.

Infatti c'è stato un netto calo dei contratti subordinati a tempo indeterminato, mentre sono aumentati considerevolmente i lavoratori indipendenti (le cosiddette Partite Iva), rafforzando ulteriormente una tendenza già forte in Italia. In termini assoluti, le Partite Iva sono cresciute di circa 60 mila unità.

Inoltre, anche le varie tipologie di contratti a termine hanno ricoperto un ruolo importante nella crescita del numero degli occupati, con un incremento di circa 40 mila unità.

Viceversa, gli accordi a tempo indeterminato sono calati di circa 37 mila unità. Infine anche l'occupazione femminile, con un tasso occupazionale superiore al 49%, ha registrato un netto miglioramento, anche se permane il gap rispetto agli uomini.