C’era molta attesa sulla reazione dei mercati dopo il fallimento dell’ipotetica formazione del governo Movimento 5 Stelle e Lega di ieri. Il no del Quirinale forse puntava proprio a quello, ad assicurare al mondo delle finanze una stabilità sul piano delle politiche economiche. La persona indicata da Luigi Di Maio e Matteo Salvini per la guida del ministero dell’Economia e le Finanze, Paolo Savona, aveva posizione molto anti-europee che poteva spaventare i mercati.

Stamattina però la Borsa di Milano è salita più 1,35 per cento con progressi di 1,71 per cento.

Invece il differenziale di rendimento tra Btp decennali e Bund è sceso a 192 punti base, circa 16 punti in meno rispetto allo scorso venerdì. Invece la piattaforma Mts i tassi retributivi hanno rallentato al 2,38 per cento.

La tempesta non è del tutto superata. Resta però la volatilità sull'euro. Dopo alcuni netti recuperi durante i primi scambi nella settimana, è rientrato a 1,17 dollari. La scorsa settimana ha chiuso a 1,1650 dollari, nuovi minimi da sei mesi. Nelle ultime ore invece ha recuperato terreno dopo il crollo della formula del governo “populista” italiano. L’ipotesi di un incarico all’economista Carlo Cottarelli ha rasserenato i mercati.