Bene, il primo atto della farsa è terminato e l'asilo Italia può tornare per qualche mese alla sua occupazione preferita, discutere del nuovo ct della nazionale. Tutto è andato come previsto: 5 stelle e Lega possono tirare un sospiro di sollievo, Mattarella non li ha traditi e per fortuna sono fuori pericolo. Possono continuare ad agitare le piazze senza dover rendere conto della mancata attuazione delle promesse elettorali. Ci avevate creduto? Bè, d'altro canto come darvi torto, è o non è risaputo che Babbo Natale esiste?
I mercati prezzano il rischio Italia
Intanto i mercati, questa entità concretissima che solo noi italiani ci ostiniamo a considerare astratta o al limite frutto della fantasia perversa di chi ci nega la sacrosanta libertà di indebitarci e magari disintegrare l'eurozona, sono passati dall'avviso bonario alle mazzate prezzando, come nel 2011, il rischio Italia. Lo spread è oggi a 300, questo significa che paghiamo un costo più alto in interessi sul debito pubblico e che aumenta, per le famiglie il costo per accedere a finanziamenti bancari e non. Il perché è semplice da capire e non occorre essere economisti. Basta recuperare un po' di buon senso, tanto quanto basta per rendersi conto che un paese che ogni anno spende molto di più di quanto incassa, non solo non può proporre il reddito di cittadinanza e la flat tax, ma non può nemmeno immaginare di andare a Bruxelles a porre ultimatum a chi macina avanzi di bilancio da ormai 5 anni (la Germania).
Il micidiale interruttore dell'uscita dall'Euro
Per essere ancora più chiari, andare a ventilare referendum per l'uscita dall'euro a chi ha di fatto consentito a Mario Draghi di acquistare quasi tutto il nostro debito pubblico negli utlimi 4 anni a interessi praticamente pari a zero, significa tirarsi addosso le ire di Zeus e dell'intero Olimpo.
Perché, non ci sono complotti, ci sono debiti da onorare e patti da rispettare. Ecco allora che i mercati, fatti da gente in carne ed ossa che investe i propri soldi e non vuole perderli, hanno iniziato a prezzare il rischio, che è poi una certezza, che le prossime elezioni divengano un referendum mascherato sull'uscita dall'Euro.
Nel paese delle eterne illusioni dove la gente non è in grado di capire i fondamentali dell'economia
Ci sarebbe molto da dire sul perchè siamo arrivati a questo punto, con una fetta maggioritaria della popolazione che pensa davvero che si possa riscuotere un reddito senza lavorare o abbassare drasticamente la tassazione senza tagli dolorosi alla spesa pubblica, ci sarebbe di che analizzare circa il comportamento dei Renzi e dei Berlusconi (europeisti dell'ultima ora) che per anni hanno scaricato sull'Unione e sui tedeschi le responsabilità degli esiti deludenti delle loro politiche, ma sarebbe inutile: il Titanic è inclinato ma l'orchestrina continua a suonare mentre l'interesse del Paese sarebbe quello di rassicurare gli investitori e avere un governo che riduca drasticamente il debito pubblico.
Perché questi sono fondamentali elementari dell'economia ai quali non si può derogare. A questo punto o i nostri politici riacquistano un minimo di senso di responsabilità oppure il rischio, è di ritrovarsi in una situazione greca, ben prima delle nuove elezioni, con l'accesso al credito chiuso per le famiglie e le imprese e la Bce impossibilitata o fortemente limitata ad acquistare ancora i bond italiani. Infatti è di queste ore la notizia che Moody's intende declassare il debito sovrano italiano a bbb, cioè quasi a livello di titoli spazzatura: se accade tutto il sistema verrà penalizzato, con costi di approvigionamento più cari per le banche italiane. Ricordiamo che Moody's è una delle quattro agenzie di riferimento della Bce: sotto un certo rating la Banca Centrale blocca l'acquisto di bond sovrani.
A quel punto sarebbe la fine: i rendimenti schizzerebbero alle stelle e il nostro Paese si vedrebbe di fatto precluso il rifinanziamento del debito, con conseguente bancarotta di fatto. Sbaglia chi pensa che siamo troppo grossi per fallire: molti paesi sono stufi di attendere che questa divenga una Nazione normale e probabilmente sarebbero ben felici, di avere un'Unione più stretta e omogenea. Il tempo stringe ed è tutto da vedere che un Paese dove la “predizione” di una cartomante ha lo stesso valore della scoperta di un premio Nobel, riesca a ridestarsi dal beato mondo delle illusioni nel quale decenni di scientifica distruzione della scuola e della meritocrazia l'hanno infine collocato.