Il neo ministro dell'Economia,Giovanni Tria, in un lungo articolo pubblicato sul sito "Formiche.it", scritto in collaborazione con Pasquale Lucio Scandizzo, spiega come sia possibile coniugare un necessario rigore fiscale con la possibilità, attraverso l'ausilio e il sostegno della comunità europea, predisporre un vasto programma di investimenti pubblici, inizialmente anche in deficit ma che, in seguito, grazie all'effetto moltiplicatore generato sulla crescita economica, possa portare alla riduzione del debito pubblico stesso che, attualmente, ha raggiunto la percentuale del 131% del Pil.
Vediamo cosa propone il ministro.
La concezione di investimento pubblico
Secondo quanto scrivono Tria e Scandizzo nel loro lungo articolo che dovrebbe, a breve, essere anche pubblicato in una rivista internazionale, il concetto stesso di investimento pubblico dovrebbe essere modificato. Infatti, nel corso del tempo a causa di fattori eterogenei, come la crisi economica, i cambiamenti climatici e le guerre, il concetto di investimento pubblico ha assunto una connotazione prevalentemente negativa tanto che si è cercato, da parte dei Governi, di ovviare a questi con forme di partenariato pubblico - privato o addirittura lasciando il campo alla sola iniziativa privata operando attraverso dei veri e propri tagli degli investimenti.
La ricetta di Giovanni Tria
Per poter far sì che gli investimenti pubblici svolgano, effettivamente, la propria funzione, secondo Tria e Scandizzo è necessario coordinarli con un vero e proprio finanziamento monetario condizionato a livello europeo. Questo, secondo i due economisti, potrebbe essere effettuato in deficit senza incidere sulla sostenibilità dei debiti pubblici.
Certo è che, il solo annuncio di questa ricetta, ha portato alcuni dei più importanti attori europei e partner commerciali dell'Italia, come la Germania ad affermare per mezzo della Cancelliera Angela Merkel che tutti i Paesi del consesso europeo devono "rispettare le regole". Un chiaro riferimento, neppure tanto velato, al Governo pentaleghista percepito come populista.
In pratica, l'obiettivo del programma di investimenti, che il ministro Tria ha in mente, è quello di far crescere il livello del Pil nominale. Per raggiungere tale obiettivo è necessario rifondare la capacità della stessa Pubblica Amministrazione di progettare e mettere in atto investimenti pubblici. Questo insieme ad altri due fattori fondamentali, cioè un aumento di rendimento del capitale privato insieme ad una attenta previsione degli investimenti pubblici necessari per crescere a livello di mercato europeo sostenuta da adeguate garanzie, potrebbe innescare un circolo virtuoso che, nel lungo periodo, dovrebbe ripagare l'eventuale deficit creato. Staremo a vedere come verrà attuato.