Secondo una recente rilevazione della Banca Centrale Europea, l'Italia è, insieme a Cipro, il Paese dell'area Euro (esclusa la Grecia, oggetto di valutazione separata) con i più rilevanti squilibri macroeconomici.

La valutazione si basa sulle raccomandazioni specifiche per il paese (Country-Specific Recommendations, CSRs) che costituiscono delle linee guida fornite a ciascuno Stato membro, al fine di indirizzare la politica economica nazionale alla realizzazione delle riforme strutturali necessarie, e alla correzione degli squilibri macroeconomici in essere.

Le valutazioni della Bce

La valutazione effettuata dalla Bce ha riguardato quattro profili rilevanti ai fini delle azioni di politica economica, escludendo le raccomandazioni inerenti il patto di stabilità e crescita. Il primo e più rilevante profilo riguarda la struttura fiscale, con riferimento alla pubblica amministrazione, alla tassazione e alla spesa pubblica collegata all'invecchiamento della popolazione.

Il secondo si sofferma sulle condizioni generali, efficacia ed efficienza del sistema giudiziario, funzionamento del settore finanziario, procedure concorsuali, ricerca e innovazione.

Gli ultimi due, invece, hanno come oggetto il mercato del lavoro e dei prodotti, con particolare attenzione ai meccanismi di formazione dei salari, strumenti di protezione dell'impiego e barriere all'entrata sotto il profilo competitivo.

La classifica a 18 Paesi

Nella scheda anticipata dal sito web della Banca centrale europea, che verrà pubblicata nel prossimo bollettino economico, vengono riportati i risultati per 18 Paesi aderenti alla moneta unica (Grecia esclusa), individuando 3 categorie:

  • Paesi che non presentano squilibri
  • Paesi che presentano squilibri macroeconomici
  • Paesi che presentano gravi squilibri macroeconomici

La prima categoria include il maggior numero di Paesi (10 su 18) e riguarda principalmente gli Stati membri di minori dimensioni.

La seconda conta 6 realtà di dimensioni da grande a media: Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Irlanda. Nella terza, invece, rientrano soltanto 2 Stati, ovvero Italia e Cipro.

Le prospettive per l'Italia

Il principale motivo di preoccupazione per il nostro Paese riguarda il debito pubblico e, in particolar modo, le sue prospettive dinamiche in termini di sostenibilità: in assenza di una stabilizzazione definitiva e delle opportune riforme strutturali, questo profilo rimane un freno per la crescita e un elemento di fragilità.

In particolar modo, a fronte di una prospettiva meno accomodante in termini di politica monetaria da parte della Bce, sono elevati i rischi di possibili shock dovuti a vendite improvvise e significative di titoli italiani.