Fare Trading on line da ieri 1 agosto 2018 costerà di più . L'Esma, l'Autorità europea che vigila sui mercati finanziari ha varato delle nuove regole, a protezione principalmente dei piccoli investitori, che impongono, ad esempio, agli intermediari finanziari di detenere una maggiore quantità di capitale a garanzia delle transazioni effettuate da e per conto dei propri clienti. Il motivo è presto detto. L'Esma ha rilevato che almeno dal 75 al 90% delle posizioni aperte per il trading online si trovi a subire una perdita variabile tra i mille e 600 euro e quasi trentamila euro.
Gli obiettivi delle nuove regole
In base a quanto dichiarato da Steven Maijoor, Presidente dell'Esma sentito da "Repubblica", le nuove regole dovrebbero fare in modo che ogni investitore non possa perdere più di quanto abbia effettivamente investito. Questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto costringendo gli intermediari finanziari a ridurre il, cosiddetto, effetto leva. Queste disposizioni dovrebbero colpire, in special modo, i Contratti per Differenza, molto diffusi su internet e che promettono guadagni da capogiro in poche settimane.
Il meccanismo della leva
Ma come fanno i trader a realizzare questi guadagni? La risposta sta proprio nel meccanismo dell' effetto leva. In pratica, l'intermediario finanziario propone all'investitore di puntare su un titolo solo una piccola parte dell'intero capitale messo a disposizione, definito tecnicamente margine.
Il broker, poi, aggiungerà la differenza necessaria per poter far ottenere al piccolo investitore un buon guadagno potenzialmente. Per chiarire, con una leva di 100 a 1 se sul conto destinato al trading on line ho mille euro posso arrivare a fare operazioni per 100 mila euro. Ma se vengono amplificati i guadagni altrettanto avviene con le perdite.
E il broker, di solito, regola le posizioni in perdita in modo tale che i clienti non perdano più del margine investito che, comunque, è una somma di tutto rispetto.
Altro problema è che i contratti che vanno più in voga per il Trading online, cioè i Contratti per Differenza, sono di fatto dei Derivati. Cioè contratti che presentano un sottostante, cioè un'azione, una valuta o anche una commodity. E in base al valore del sottostante salgono o scendono di prezzo. Di conseguenza, l'investitore effettua una vera e propria scommessa. Se pensa che il sottostante salirà di valore acquisterà una posizione lunga o long, in gergo tecnico. Se, viceversa, pensa che il valore del sottostante scenderà, acquisterà una posizione corta o short. Il guadagno o la perdita sarà dato dalla differenza, appunto, tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita.
Le nuove regole appena introdotte
In pratica, ora l'Esma introduce dei limiti massimi di leva per ogni sottostante utilizzato nei Contratti per Differenza. Di conseguenza, i margini di investimento necessari saranno più elevati e i guadagni, ma anche le perdite, notevolemente più basse. Ad esempio, fino ad oggi, come nota "Repubblica", servivano circa 250 euro per muovere 100 mila euro sul cambio euro/dollaro. Con le nuove regole ne serviranno più di tremila. Inoltre, i broker saranno obbligati a chiudere la posizione in perdita quando viene raggiunto il 50% del margine messo a disposizione dall'investitore. Vengono, poi, introdotti nuovi obblighi di avviso sui rischi di queste operazioni e la protezione del saldo negativo. Cioè non si può perdere più di quanto investito.
Queste regole non si applicheranno a tutti i trader. Sono esclusi i più "esperti". In pratica chi ha un patrimonio, esclusi gli immobili, superiore ai 500 mila euro, ha operato sui derivati almeno 10 volte nell'ultimo anno o abbia esperienza professionale in ambito finanziario. Comunque per molti addetti ai lavori si tratta di una stretta molto dura che potrebbe portare ad un shock di mercato. Secondo Alex Pusco, Ceo di Activ Trades, sentito da "Repubblica", si tratta di un taglio medio della leva di circa il 95%. Si crea, poi, una forte differenza competitiva con i broker non europei che potranno continuare ad offrire leve molto più elevate ma che non offrono le stesse garanzie di sicurezza. Cosa che si potrebbe ripercuotere proprio sui piccoli investitori.