Il ministro dell'economia Giovanni Tria in questi primi mesi di governo ha cercato di sorvolare le varie polemiche politiche cercando di rassicurare quanti temono che l'Italia non riuscirà a rispettare i numeri richiesti dall'Europa. Proprio sulle riforme economiche che saranno messe in campo aleggia la maggior incertezza. A rendere il nostro Paese un sorvegliato speciale in Europa è principalmente la manovra economica che dovrà essere approvata entro l'autunno. Per quanto riguarda l'attesissimo giudizio dell'agenzia di raiting il ministro ha affermato che l'Italia farà cambiare Fitch con le azioni e non a parole.
Dopo la pausa estiva si preannuncia quindi,come affermato dal vice premier Di Maio un autunno rovente. Vediamo brevemente qual è il piano economico di Tria per l'Italia. I punti fondamentali sono cinque. Fisco, investimenti, reddito di cittadinanza, spesa pubblica, pensioni. Che direzione sceglierà il ministro dell'economia?
Le riforme in materia economica
Il primo obbiettivo è rilanciare gli investimenti sbloccando i cantieri già previsti ma bloccati per problemi burocratici. Per quanto riguarda il fisco, sarà approvata ma gradualmente la tanto discussa Flat Tax. Il punto cardine del governo però è il reddito di cittadinanza, la cui approvazione porterà ad una riforma dei centri per l'impiego.
Per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica, il ministro assicura che non ci sarà alcun taglio a scuola, sanità e ricerca. Per tutti gli altri ministeri sarà messa in atto un'attenta spending review. Di sicuro dovrà essere approvata un'importante riforma delle pensioni. Su questo tema le polemiche sono ancora in corso ma il ministro ha annunciato che ci sarà una modifica all'attuale sistema pensionistico. Tria ancora non si sbilancia ma da tempo ormai si ipotizza la cosiddetta "quota cento" Quello che si cercherà di fare è di non sforare i vincoli europei, il famoso 3%. Nelle ultime dichiarazioni Tria ha aggiunto che l'Italia non è fragile, non è il malato d'Europa. Con una buona dose di ottimismo dice che le riforme verranno portate avanti nell'ambito di un equilibrio dei conti pubblici.
Comunque, gli impegni con Bruxelles vanno rispettati. Per le due anime del governo Lega e M5S il tetto del 3% non è un dogma anche se trovare le risorse per approvare tutte le riforme sarà alquanto difficile. Non resta che aspettare ulteriori mosse da parte dell'esecutivo.