Intervistato da La Notizia Giornale, lo storico dell’economia Giulio Sapelli ha affrontato diversi argomenti, parlando dell'Unione europea, del ruolo della Banca centrale europea dentro l'Eurozona e delle prossime elezioni europee che si terranno nel mese di maggio. Secondo il professore ordinario di Storia economica alla Statale di Milano, la Bce è un po’ come il Gosplan sovietico, ossia è una banca che ha un potere di vigilanza immenso sull'intero continente europeo e che riguarda decine di migliaia di banche nazionali. Il problema vero della Bce, a detta di Sapelli, rimarrebbe sempre il medesimo.
Per l'economista di scuola olivettiana, la Banca Centrale Europea non è una banca centrale perché non agisce da prestatore di ultima istanza. Infatti i trattati europei hanno come obiettivo il perseguimento della stabilità monetaria e non la crescita dei singoli Stati aderenti. Di conseguenza, anche in periodi di deflazione economica nonché salariale, secondo Sapelli, si sarebbero adottate, per volontà dell'Ue, delle politiche economiche catastrofiche: tipo l’adozione dei pacchetti di austerity in fasi economiche regressive. Nulla di più sbagliato. "Ma ormai siamo seduti su una macchina congegnata male, non può che venirne fuori una catastrofe", ha dichiarato amareggiato l'economista torinese settantunenne.
Sapelli: 'Bce concepita copiando lo statuto della Bundensbank'
Per Sapelli, è l'idea stessa della Bce che sarebbe errata, perché essa sarebbe stata concepita copiando lo statuto della Bundensbank. I trattati europei impongono che si persegua il contenimento dell'inflazione, quindi la stabilità economico-monetaria, a discapito della crescita dei singoli Stati aderenti (come fa invece la Federal Reserve).
Questo modello, a detta di Sapelli, sarebbe stato trasferito forzosamente e artificiosamente dalla Germania agli altri Stati appartenenti all'Eurozona, non tenendo conto delle molteplici diversità strutturali interne alle varie nazioni. Conseguentemente, per Sapelli, le banche nazionali sarebbero state lentamente svuotate, scivolando poi nella catastrofe: infatti la Deutsche Banck, secondo lo storico torinese, sarebbe tecnicamente fallita.
'Merkel e Juncker terrorizzati dalle prossime elezioni europee'
Tenendo conto di tutto ciò, a una buona percentuale di cittadini europei, quest'Europa non piace affatto. Ragion per cui, gli Juncker e le Merkel di turno se ne sono finalmente accorti e, per Sapelli, sarebbero parecchio terrorizzati dalle prossime votazioni europee. Soltanto ora si stanno rendendo conto infatti che l'austerity imposta alla Grecia sia stata dannosa e controproducente. Infatti ultimamente Juncker ha fatto mea culpa su quest'amara faccenda e insieme alla Merkel, "starebbero imitando il pianto e la lamentela", ha concluso l'economista torinese.