Arrivano nuovi importanti aggiornamenti in merito all'entità del debito pubblico italiano, un dato che pone in evidenza come l'attenzione sui conti sia quanto mai attuale. Secondo quanto comunicato all'interno del nuovo bollettino della Banca d'Italia, nel mese di novembre si è infatti toccato un nuovo record negativo, mentre il debito della P.A. è cresciuto di circa 10 miliardi di euro rispetto ad ottobre 2018. Il dossier redatto dai tecnici della nostra banca centrale ha inoltre evidenziato un aumento del fabbisogno mensile per circa 5,8 miliardi di euro, pur rilevando contemporaneamente anche un aumento della disponibilità del Mef di 3,3 miliardi.
In merito ai settori nei quali si è registrata una variazione, l'aumento sarebbe dovuto principalmente alle amministrazioni centrali, visto che il debito degli enti locali e dell'Inps è rimasto praticamente immutato.
Crescono le entrate tributarie
Se è vero che durante la fase di rilevazione il debito pubblico è tornato ad aumentare, lo stesso si può dire però per le entrate fiscali. La raccolta di tasse e imposte ha infatti portato nel mese di riferimento ad un aumento di circa 3 miliardi, raggiungendo i 39 miliardi di euro (in percentuale si è registrato un +8,7%). Complessivamente, da gennaio a novembre 2018 le entrate dello Stato sono corrisposte a oltre 378 miliardi. La fotografia mostra quindi che in merito a questo punto il dato ha registrato un andamento favorevole.
L'incremento tiene però conto anche del versamento dell'acconto sull'imposta delle assicurazioni, che con la scorsa legge di bilancio aveva subito uno slittamento dal mese di maggio a quello di novembre.
Anche i tassi sui mutui sono in crescita
Nel frattempo dall'ABI arrivano novità anche in merito ai tassi applicati sui mutui.
L'Associazione pubblica infatti mensilmente gli ultimi aggiornamenti al riguardo: i prestiti alle famiglie hanno così visto aumentare il tasso all'1,94% (rispetto ad ottobre, quando invece si attestava all'1,91%). Circa il 75% dei mutui scelti dagli italiani risulta inoltre a tasso fisso, mentre solo il 25% ha deciso di adottare il tasso variabile.
Un dato che dimostra come le famiglie italiane, sulle quasi pesa un debito pubblico importante, adottino ancora oggi un atteggiamento prudenziale in merito all'indebitamento privato. Anche perché il peggioramento del quadro macroeconomico ed i rischi di recessione più volte emersi negli scorsi giorni potrebbero nuovamente mettere a dura prova non solo la tenuta dei conti pubblici, ma anche i bilanci familiari dei singoli cittadini.