Le Elezioni Europee si sono concluse definitivamente e ovunque da poche ore e i primi risultati stanno iniziando pian piano ad emergere. Come riporta l'edizione on line del Fatto Quotidiano, la prima indicazione di maggior rilievo è l'importante ridimensionamento che ha colpito le due principali coalizioni di partiti all'interno del parlamento europeo.

Infatti sia il partito del Ppe, i popolari europei, sia quello del Pse, i socialisti europei, escono dalle urne piuttosto ridimensionati, in particolare il Ppe, il quale passa da 275 seggi a 212, rischiando di venire superato dal Pse, che invece non riesce nell'impresa anche a causa di alcune prestazioni, come in Francia, particolarmente deludenti dei partiti collegati.

Ad ogni modo a tenere in piedi i popolari è soprattutto la tenuta della corazzata tedesca, capitanata da Angela Merkel, della Cdu. Se comunque il Pse, nonostante il grave calo dei rivali popolari, non è riuscito ad aggiudicarsi la maggior parte dei seggi, è per l'exploit della vera fazione vincitrice di questa tornata elettorale.

Infatti, il vero risultato sorprendente, ma fino a un certo punto, delle ultime Elezioni Europee, è il boom, in parte inaspettato, dei partiti euroscettici. Primo tra tutti il Front National francese della Le Pen, partito nazionalista di estrema destra. Poi ottimo risultati anche per l'Ukip in Regno Unito, che è pero tradizionalmente un Paese da sempre piuttosto freddo verso l'Unione e le sue politiche; e per gli austriaci di Oevp.

Il paradosso adesso sarà quindi quello di avere una massiccia presenza all'interno del Parlamento Europeo, di un gran numero di deputati contro l'Europa stessa.

Come a dire che i maggiori dubbi circa l'Unione e la sua utilità per i popoli europei, verranno proprio dal cuore stesso del continente e dal suo parlamento. Del resto, se partiti che fino a pochi anni fa non esistevano e altri che invece collezionavano solo poche manciate di consensi, oggi sono assurti fino ai vertici dell'Europa e dei loro rispettivi Paesi, significa che evidentemente questa Unione, tanto unita non lo è.

E a questa percezione si dovrebbe dare una risposta concreta, perché viene da molti di quei cittadini, sempre di più, che dovrebbero considerarsi i cittadini dell'Europa, che invece, evidentemente, faticano a sentirsi tali e a pensare all'Europa come alla propria patria.