Dopo la grande paura di una possibile uscita dalla moneta unica e l'approvazione delle nuove misure economiche volute dal premier Alexis Tsipras, la Grecia ha ottenuto come da accordi stipulati in Europa, il prestito ponte di 7,16 miliardi di Euro con cui saldare i debiti con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea per un totale di 6,8 miliardi la cui scadenza era fissata per la giornata di ieri 20 luglio. Il rovescio della medaglia è però costituito dalle misure economiche approvate lo scorso 15 luglio, che prevedevano l'aumento al 23% dell'IVA su numerosi beni di consumo compresi i generi alimentari con l'inevitabile aumento dei prezzi, e l'aumento di numerose imposte oltre a nuove tasse per le isole che in precedenza non esistevano e che rischiano di far vacillare il settore del turismo, il solo forse al quale la Grecia può aggrapparsi in questo difficile momento.
Riaprono le banche, code agli sportelli
Tornano a funzionare anche gli sportelli bancari che erano chiusi dallo scorso 29 giugno, quando il governo era pienamente impegnato nella battaglia referendaria poi vinta con un secco 61%. Restano però le restrizioni ai prelievi dai bancomat, sempre fermi a 60 Euro giornalieri per evitare un assalto dei correntisti disposti a prelevare tutti i loro risparmi, anche se è possibile un prelievo di 420 Euro in unica soluzione ma ogni 7 giorni. E restano operativi i controlli sui capitali per evitare fughe di denaro all'estero, cosa in parte avvenuta nelle ultime settimane precedenti al referendum. Tutto questo non ha però evitato lunghe code davanti agli istituti di credito,sempre sofferenti a causa della scarsa liquidità, ma la sensazione è che si possa tornare alla normalità in breve tempo.
Situazione politica
Sempre di attualità la situazione politica greca che dopo l'approvazione del piano economico voluto da Tsipras, ha visto la rivolta di oltre 30 deputati di Syriza, il partito di maggioranza uscito vincitore dalle elezioni dello scorso 25 gennaio. Il premier dopo aver sostituito i ministri, vice ministri e sottosegretari dissidenti, ha varato un rimpasto che però non sembra di lunga durata. L'ipotesi delle elezioni anticipate per il prossimo autunno è più che concreta, dato che il governo ora si regge sui seggi determinanti in mano all'opposizione.