Decisivo passo in avanti al compimento della Brexit da parte della Camera dei Comuni, che con una maggioranza di quasi 500 voti ha approvato il testo di legge presentato dal primo ministro Theresa May. Ora tocca al secondo ramo del parlamento, la Camera dei Lord, dare il via libera definitivo alle procedure di negoziazione di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Tuttavia, questo secondo voto rappresenta più una formalità che altro, in quanto anche in caso di votazione negativa, l'ultima parola spetterebbe comunque alla Camera dei Comuni.
La decisione della Corte Suprema
La decisione di proporre la Brexit a voto parlamentare è stata una scelta che il governo britannico si è trovato costretto a fare a seguito della sentenza del 24 Gennaio della Corte Suprema, la quale ha autorizzato il parlamento a pronunciarsi in materia. Con 8 giudici a favore e 3 contrari, questa sentenza conferma la precedente decisione dell'Alta Corte, a cui il governo aveva fatto ricorso ritenendo di poter esercitare la così detta "prerogativa reale".
A Marzo le trattative
Ora che anche l'ultimo ostacolo all'uscita dall'Unione Europea è stato rimosso, il governo britannico può tenere fede alla promessa fatta l'anno scorso e attivare l'articolo 50 entro fine Marzo.
In base ai trattati europei, le trattative dovrebbero terminare in un tempo massimo di due anni, ma molti analisti prevedono tempi più lunghi affinché tutte le complesse relazioni politiche, commerciali e sociali vengano rinegoziate. Non si tratterà tuttavia di una separazione felice. La May ha promesso un'uscita totale dall'Unione Europa, compresa dall'unione doganale.
A sua volta però, la Gran Bretagna rischia una secessione scozzese, e potenzialmente anche quella nord irlandese; i due stati del regno che hanno votato a favore dell'Europa. Ma queste sono solo illazioni, nessuno sa quali saranno le conseguenze della Brexit. Questo è il primo caso nella storia di uscita di un paese membro. Come disse Alessandro Manzoni: "Ai posteri l'ardua sentenza".