Moscovici rilancia la polemica a distanza con il governo italiano, visto dalle alte cariche dell'Unione come un pericolo per l'Europa. Non usa mezzi termini l'attuale Commissario agli Affari Economici e Finanziari nel criticare Matteo Salvini e colleghi: “Sono xenofobi, tentano di disfarsi degli obblighi comunitari” e “gli elettori li hanno votati per questo”, così sentono di “riprendersi il potere dalle mani dei tecnocrati” su mandato del “vero popolo, come dicono loro”. Benzina sul fuoco di un rapporto, quello con l'esecutivo di uno degli Stati membri meno allineati alle politiche di Bruxelles, già da qualche mese sull'orlo di una definitiva crisi e adesso giunto alla prova del nove della contesa sulla manovra con allentamento dei vincoli di bilancio (il braccio di ferro sul rapporto deficit/pil al 2,4% deciso da Conte e ministri è appena iniziato) e utilizzo della spesa in disavanzo.

Moscovici attacca il governo italiano, polemiche

L'intervento, non il primo, a gamba tesa dell'ex dirigente di punta del Partito Socialista francese, ha animato un convegno dell'OCSE a Parigi dedicato alle nuove prospettive di governance europea. Secondo Pierre Moscovici, Lega e Movimento 5 Stelle starebbero seguendo in Italia le orme dell'ungherese Viktor Orban, già nel mirino della stessa Commissione per la chiusura delle frontiere ai migranti e la scarsa collaborazione con i vertici dell'UE su diversi fronti, con importanti conseguenze su altri “esecutivi euroscettici dell'Europa Centrale” come, tra gli altri, l'Austria della destra “populista” di Sebastian Kurz.

Moscovici: 'Retorica fallace ma efficace'

“La loro retorica è sbagliata, ma senza dubbio efficace” ha aggiunto il politico parigino oggi ai vertici di uno dei più autorevoli organismi di governo dell'Unione riferendosi a Salvini, Di Maio e omologhi sparsi per tutta l'Europa, accusati con l'occasione di volersi intestare arbitrariamente il “monopolio della volontà popolare” forti di “successi elettorali” che ne dimostrano in maniera chiara la forza.

Non mancano poi, nella visione di Pierre Moscovici, paralleli allarmati con il caso della Brexit che, in virtù di slogan di sicura riuscita del tipo “Take back control”, ha rischiato di minare alle basi la stabilità del progetto comunitario, dando linfa alle forze nazionaliste in qualche modo assimilabili all'Ukip di Nigel Farage.