L'Europa, per Moscovici, "può implodere o essere sovvertita da responsabili di estrema destra, Matteo Salvini, Marine Le Pen o Viktor Orban". Ecco perché, secondo l'esponente di spicco del Partito Socialista della Francia oggi commissario Ue, "tutti questi leader di estrema destra sono per me i nemici delle democrazie aperte e liberali che abbiamo costruito dal 1945 per garantire la pace". Nella “black list” del commissario UE, oltre al vicepremier italiano e al Primo Ministro dell'Ungheria, c'è spazio anche per la transalpina Marine Le Pen, rifondatrice del Front National che si è anche candidata alla Presidenza della Repubblica francese, nonché per il polacco ultraconservatore Jarosław Kaczyński, quest'ultimo visto come possibile sponda a est del nuovo populismo.
Moscovici, Europa "a rischio" per i populisti
In assenza di adeguate risposte da parte delle istituzioni europee, Pierre Moscovici vede il concreto rischio che l'Unione possa in tempi non lontani “implodere” o essere “sovvertita” sotto i colpi dei nazionalismi di ritorno, con uno scenario sullo sfondo tutt'altro che rassicurante: "L'Europa è a un bivio: se non facciamo niente, gli Orban, i Salvini, i Kaczyinski, i Le Pen disegneranno un'Europa dove la giustizia e la stampa saranno sotto controllo, gli stranieri stigmatizzati, le minoranze minacciate". La tesi, esposta dal politico parigino in un'intervista al quotidiano “Le Monde”, riprende i concetti già più volte esposti in occasioni pubbliche come i convegni dell'OCSE e le assemblee degli organismi di governo dell'UE: solo ieri, infatti, l'esponente del Partito Socialista francese aveva parlato in chiave estremamente negativa di Matteo Salvini e Viktor Orban, esempi di leader “euroscettici e xenofobi” senza risparmiare pesanti critiche ai rispettivi governi, che sulle questioni migratorie e di bilancio stanno cercando di sbarazzarsi dei vincoli imposti da Bruxelles.
Europa, Moscovici vuole "fermare" Salvini e Orban
La ricetta di Moscovici, invece, prevede “un'Europa più integrata e potente” che affronti (anche attraverso “uno strumento di Politica economica redistributivo e dinamico”) la delicatissima “sfida esistenziale” che l'attende da qui ai prossimi anni. Altrimenti, secondo il Commissario agli Affari Economici dell'Unione, "si ha la sensazione che a vincere siano sempre gli stessi" e cioè i tanto temuti populisti.