Da domani, lunedì 19 novembre e fino a venerdì 22 sarà possibile sottoscrivere una nuova emissione del BTP Italia (Buono del Tesoro Poliennale). Per tutti i risparmiatori si tratta di una buona opportunità per investire la liquidità tenuta parcheggiata sui conti correnti a tasso zero.
Il BTP Italia scade tra 4 anni, e ogni 6 mesi paga una cedola con un tasso minimo garantito del 1,45% su base annua. Se il titolo è tenuto sino alla scadenza, non solo vi è la garanzia del rimborso integrale ma si ottiene anche un premio fedeltà.
E' un investimento sicuro o si corrono dei rischi?
In questo periodo in cui si parla giornalmente di spread, in molti si domandano se ci possono essere dei rischi in questo tipo di investimento o se lo si può ritenere sicuro. Per perdere i soldi investiti nel BTP Italia dovrebbe accadere un terremoto finanziario senza precedenti, ossia l'Italia dovrebbe andare in default, come successo all'Argentina nel 2001.
Si consideri inoltre che le nostre più grandi banche e assicurazioni detengono miliardi in BTP e pertanto in questa, assai improbabile, evenienza di default accadrebbe un disastro totale per l'economia italiana, europea e di conseguenza anche mondiale.
Quando scadono i BTP e quanto rendono?
Ricordiamo che esistono numerose emissioni di BTP che ogni investitore può comprare e vendere ogni giorno tramite la propria banca. Esistono BTP con varie scadenze: dai 2 ai 5, dai 10 ai 20 anni e addirittura fino al 2067.
Segnaliamo tra tutti due BTP che potrebbero essere inseriti in portafoglio: il primo scade il 1° dicembre 2024, codice ISIN IT0005045270, che venerdì 16 novembre quotava 97,60 e il BTP 1° giugno 2027, codice ISIN IT0005240830, che venerdì 16 novembre quotava 91,94.
Per i meno esperti questo significa che se acquisto il BTP con scadenza 1° giugno 2027 quotato 91,94, acquistando € 10.000 nominali, in realtà lo pago € 9.194 e alla scadenza mi saranno resi € 10.000. Inoltre, ogni 6 mesi fino alla scadenza incasso una cedola netta di € 96,25. Quindi il guadagno totale sarà di € 2.153 (dato dalla somma tra le cedole e il differenziale tra prezzo d'acquisto e prezzo del rimborso a scadenza).
Concludendo, è possibile tornare a sottoscrivere i BTP, ricordando che la prima regola di un buon investimento è la diversificazione del portafoglio. Inoltre, se ogni risparmiatore acquistasse dei BTP, aumenteremmo il quantitativo del debito pubblico detenuto dagli investitori italiani, riducendo così il rischio spread.