Si deve agire in fretta e lo sanno bene i 4000 'quota 96' che stanno attendendo con trepidazione l'approvazione dell'emendamento al Decreto legge di riforma della Pubblica Amministrazione. I tempi sono particolarmente stretti, visto che le Commissioni di Montecitorio dovranno dare il loro assenso entro stasera: questo perchè il provvedimento è atteso alla Camera per venerdì prossimo 25 luglio per poi passare all'esame e al giudizio finale del Senato. Dobbiamo tenere presente, inoltre, che il decreto scade il 23 agosto.
La misura, che andrà a favore dei quota 96 della Scuola, consentirà di estendere il diritto ad accedere al trattamento pensionistico anche al personale della scuola che aveva maturato tali requisiti tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2012, a partire dal prossimo 1° Settembre 2014. Come sappiamo, in lista di attesa ci sono quattromila docenti interessati che avrebbero, poi, pochissimo tempo a propria disposizione per presentare la relativa istanza all'Inps, per ottenere il suddetto beneficio.



Riforma pensioni e quota 96 scuola: c'è chi aspetta un posto

A dire il vero, oltre ai 'quota 96', c'è un altro 'popolo' della scuola che spera che l'emendamento venga approvato al più presto e cioè tutti coloro che aspettano una cattedra per il prossimo anno scolastico 2014/2015. Quattromila posti vacanti sarebbero una vera e propria 'manna dal cielo' ma occorre fare in fretta perchè servirà anche l'approvazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze per le nuove assunzioni in ruolo.



Riforma pensioni e quota 96 scuola: c'è chi dice no

Attenzione, però, perchè c'è chi fra i 'quota 96' che sarebbe pronto a rinunciare ad andare in pensione se le condizioni contenute nel testo dell'emendamento rimassero invariate. 

Sulla pagina ufficiale Facebook, i pareri sono discordi: c'è chi invita alla calma e ad evitare la minaccia a ricorsi che potrebbero frenare definitivamente la corsa verso l'approvazione dell'emendamento: 'I nostri cari politici potrebbero bocciarlo - si legge - per farci capire chi comanda, di sicuro non lo modificheranno in nostro favore. Basta. Andiamo in pensione e poi si vedrà cosa fare'. 

C'è chi, oramai, infatti, si è già rassegnato al peggio e il peggio si chiama 'liquidazione rimandata': 'Se dovessero pagarci subito il TFR non ci manderebbero in pensione il 1° settembre 14, questo è sicuro anche se ingiusto.'