Silvia Chimienti, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, ha illustrato le differenze tra le proposte del suo partito e quelle del Pd di Matteo Renzi in merito al reclutamento e alla formazione dei docenti precari. Un confronto in 4 punti tra la proposta lanciata dal M5S l'8 agosto scorso dopo un anno a stretto contatto con tutte le categorie della Scuola e il c.d. "Patto educativo" del Pd, non un testo di legge, non un atto ufficiale, ma solo una serie di annunci e di "faremo". Vediamo, allora, le differenze tra i due partiti.

Punto 1: il piano di assunzioni - Il Governo ha previsto, per l'a.s. 2015/2016, l'assunzione di 148 mila docenti delle graduatorie ad esaurimento (Gae) e un nuovo concorso nel 2015 che immetterà in ruolo 40 mila docenti tra il 2016 e il 2019.

Il M5S propone, invece, l'assunzione per tutti entro il 2020, ovvero l'assunzione di 300 mila docenti tra il 2015 e il 2020, partendo da quelli delle Gae e poi gli abilitati della II fascia delle Graduatorie d'istituto e, al contempo, concorsi biennali.

Nel periodo transitorio (2015-2020) i docenti di III fascia continueranno a garantire le supplenze brevi e con il nuovo sistema di reclutamento avranno accesso ai nuovi concorsi per l'immissione in ruolo.

Punto 2: come realizzare il piano di assunzioni? - Il governo prevede l'istituzione dell'organico funzionale per reti di scuole. Dietro una buona idea, si nasconde un vero e proprio ricatto: niente più lavoro per i precari della II e III fascia, nessuna prospettiva per i più giovani e per i neolaureati, obbligo per i neoassunti di essere disposti a lavorare anche lontanissimo dalla propria residenza e di svolgere mansioni diverse dall'insegnamento e perfino di insegnare materie diverse dalla propria.

Il M5S vuole che vengano assunti 300 mila precari in 5 anni, circa 60 mila all'anno. Bastano tre misure, semplici e di buon senso:

  1. revisione dei parametri della riforma Fornero, fissando l'età pensionabile a 60 anni e liberando così centinaia di migliaia di posti: l'età media degli insegnanti è di 51 anni con estremo superiore di 59 anni, nei prossimi 10 anni andrà in pensione il 40% del corpo docente. È un'occasione storica di ricambio generazionale e il M5S vuole accelerarla;
  2. revisione del rapporto alunni-docente nelle classi formate da un massimo di 20 studenti;
  3. ripristino delle compresenze e tempo pieno nella scuola primaria.

Otterremo un corpo docente che lavora più stabilmente con gli alunni, la fine delle classi pollaio e l'ampliamento dell'offerta formativa.

Punto 3: Le modalità di assunzione - Renzi punta tutto sulla chiamata diretta del dirigente scolastico, un sistema che rischia di alimentare i clientelismi e le raccomandazioni. Il M5S si muove da una prospettiva opposta: i docenti dovranno essere chiamati da un'entità imparziale, i c.d. "ambiti territoriali" che potranno garantire trasparenza e meritocrazia.

Punto 4: Il reclutamento del futuro - Il Pd propone le lauree abilitanti, un semplice biennio di specializzazione dopo la laurea triennale. I giovani studenti saranno costretti ad una scelta precoce ed irreversibile, che non garantirà in alcun modo certezze lavorative e che rischierà di ricreare le attuali sacche di precariato. Il M5S prevede un concorso annuale dopo il periodo transitorio, aperto a tutti i laureati, sulla base del fabbisogno effettivo di docenti. I vincitori accederanno ad un tirocinio retribuito, al termine del quale verranno immessi in ruolo entro tre anni.