Dopo l'approvazione della nuova legge di stabilità 2015, nella quale nessun riferimento è stato fatto al tema della riforma previdenziale (se non in senso peggiorativo per le casse private), non si placa la delusione dei lavoratori disagiati e di coloro che si erano prodigati per arrivare a delle soluzioni di compromesso. Tanto è vero che a non risultare per nulla convinti delle decisioni prese dal Governo Renzi non sono solo i sindacati, ma come vedremo è lo stesso Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano. Ad essere colpiti in modo pesante e diretto da questo nulla di fatto è invece una platea molto ampia di lavoratori: precoci che hanno iniziato in giovane età a lavorare e che ora non riescono ad accedere all'Inps a causa dell'elevato requisito anagrafico.

Ma vi è anche chi ha svolto lavori usuranti e ora fatica a mantenersi attivo sul mercato. Per non parlare dei Quota 96 della scuola, che il diritto al pensionamento l'avrebbero già raggiunto, o ancora dei disoccupati che hanno perso il lavoro in età avanzata e non possiedono ancora i requisiti per ottenere l'assegno previdenziale.

Sulla riforma Pensioni è scontro istituzionale? Cesare Damiano contro Giuliano Poletti e Governo Renzi

Come abbiamo anticipato la presa di posizione del Governo Renzi con la nuova legge di stabilità non è piaciuta a Damiano, tanto che ora l'interessato lancia l'allarme: "mancherebbero le risorse per coprire gli ammortizzatori sociali [...] Secondo quanto dichiarato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti lo stanziamento per gli ammortizzatori in deroga nel 2014 ammonterebbe a 1,7 miliardi di euro; stando alle prime bozze della Legge di Stabilità si apprende che ci sarebbero solo 400 milioni per il 2015".

Si è quindi andati nella direzione opposta suggerita dal Presidente della Commissione Lavoro, visto che l'auspicio era al contrario di un aumento delle risorse, da destinare anche a garantire maggiore flessibilità di uscita dalla fase attiva della vita. Ci riferiamo al noto "progetto Damiano", con il quale si proponeva l'estensione della pensione anticipata a tutti, purché si abbiano maturato 62 anni di età e 35 di contribuzione, seppur accettando una penalizzazione del 2% per ogni anno mancante rispetto ai requisiti formali della legge Fornero.

Salvaguardati solo gli esodati: precoci, usuranti, quota 96 e disoccupati in età avanzata: quali possibilità restano?

Stante la situazione, solo i lavoratori esodati (rimasti senza reddito da lavoro e senza possibilità di accedere all'Inps) potranno beneficiare di una salvaguardia: si tratta della sesta sanatoria consecutiva, che li proteggerà fino al 2016.

Per allora si spera che l'esecutivo riuscirà a trovare una soluzione utile a rimediare alla legge Fornero. Il progetto Damiano sarà probabilmente accantonato definitivamente a causa dei costi ingenti, stimati dai tecnici e dalla Ragioneria dello Stato in un range che va dai 30 ai 40 miliardi di euro. Gli occhi sono quindi puntati all'apertura del neo Commissario Inps Tiziano Treu, che ha identificato il prestito pensionistico come una delle possibili soluzioni per risolvere il rebus dei lavoratori disagiati, anche solo come misura ad hoc rivolta alla platea di chi si trova maggiormente in difficoltà. E voi quale pensate possa essere la soluzione più probabile? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo; se invece desiderate restare aggiornati, potete utilizzare il tasto "segui" disponibile in alto sotto al titolo.