La quota 100 potrebbe essere un compromesso realizzabile tra i desideri dei lavoratori e le necessità di bilancio dei legislatori? È questa la domanda che si stanno ponendo i molti lavoratori precoci, chi ha svolto lavori usuranti e gli altri soggetti rimasti disagiati con la Riforma Fornero dle 2011. Tra chi, come la Lega Nord, propone addirittura un referendum sull'abolizione della legge (che però metterebbe in ginocchio il Paese) e chi dall'altra parte nega il diritto al pensionamento dopo una vita di fatiche e di lavoro, sembra che la via della ragionevolezza possa rappresentare una soluzione accettabile (seppure al ribasso) per moltissime persone.

D'altra parte, la platea dei potenziali interessati è ormai stanca di attendere delle salvaguardie o delle sanatorie che non sembrano poter arrivare; stiamo parlando dei lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che non possono accedere all'Inps nonostante più di quattro decenni di versamenti. Ma una situazione similare è vissuta anche da chi ha svolto lavori usuranti, dagli insegnanti e dai lavoratori ATA Quota 96 della scuola e più in generale da tutti coloro che sono rimasti disoccupati in età avanzata, ma che al contempo si vedono bloccato l'accesso alla previdenza a causa dell'irrigidimento dei parametri d'ingresso.

Fallito il primo progetto Damiano, si prova la via alternativa della quota 100

L'ultima speranza dei lavoratori disagiati, prima che la legge di stabilità 2015 vanificasse il primo Progetto Damiano stimando costi per 30 o 40 miliardi di euro, era concentrata sull'APA: si trattava della possibilità di andare in pensione anticipata con 35 anni di contribuzione e 62 anni di età.

Come già detto, le stime della Ragioneria dello Stato e dei Tecnici del Ministero hanno fatto tramontare definitivamente l'ipotesi dell'accompagnamento alla pensione secondo i suddetti parametri. Ma il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano non sembra volersi arrendere; per cercare di aggirare il problema dei conti pubblici, è tornato a proporre una nuova ipotesi di pensionamento anticipato.

Si tratterebbe della Quota 100, realizzabile attraverso la somma dell'età anagrafica con gli anni di contribuzione. Ad esempio, 58 anni di età più 42 anni di lavoro, oppure 59 anni di età più 41 anni di lavoro o ancora 64 anni di età più 36 anni di lavoro. Un compromesso al ribasso rispetto ai desiderata dei lavoratori, ma pur sempre una scappatoia per poter ottenere l'agognato lasciapassare verso il welfare previdenziale.

Pensione anticipata con quota 100: cosa ne pensano i nostri lettori?

Basta leggere alcuni commenti pubblicati dai nostri affezionati lettori per comprendere che la questione è oggetto di analisi e considerazioni dai lavoratori che ne risulterebbero potenziali destinatari. G.R. afferma "sto pensando a tutti quelli come me che si ritrovano ad avere 55 anni e 40 di contributi,cari politici ci siamo anche noi e vi posso garantire che dopo 40 anni di lavoro ininterrotto almeno per me sono stanco molto stanco ,credo di aver contribuito alla crescita di questo Bel Paese e credo anche di aver diritto di iniziare a ricevere indietro quello che mi è dovuto". F.A. afferma invece: "vogliamo accontentare tutti?

c'è un solo modo ridare indietro quanto versato da una vita di lavoro". A.P.B. commenta basandosi sulla ragionevolezza: "quota 100 è la più sensata [...] e si darebbe lavoro ai giovani". Come sempre restiamo a vostra disposizione se desiderate commentare l'articolo. Per restare aggiornati potete invece utilizzare il tasto "segui" disponibile in alto.