Prosegue il dibattito in tema di pensione anticipata 2015 e previdenza: in attesa di conoscere quale sia l’esito della valutazione del Senato in merito al testo della Legge di Stabilità giunto dalla Camera va delineandosi con sempre maggiore nitidezza il quadro della riforma che a partire dal prossimo anno potrebbe ridisegnare l’istituto stesso della pensione anticipata 2015. Due le ipotesi più plausibili entrambe figlie del ddl Damiano, con la possibilità da una parte di fissare l’uscita per tutti i lavoratori a quota 62 anni più 35 di contributi e dall’altra di prevedere requisiti di accesso alla pensione anticipata 2015 che risultino svincolati dall’età anagrafica e concentrati sulla sola anzianità contributiva.

In merito a questa seconda opzione, si continua a parlare di quota 41 anni di contributi, una misura alla quale Damiano starebbe già lavorando di concerto con l’Inps di Treu. Restando sempre a pensione anticipata 2015 e prepensionamento bisogna poi sottolineare le dichiarazioni del ministro Poletti, stando al quale il governo sta già attenzionando alcune specifiche situazioni, una valutazione questa che altro non è se non il preludio di un movimento di riforma ben più ampio e articolato che prevede anche un riassetto della governance dell’INPS: si resta infine in attesa della valutazione del Ministero del Lavoro riguardo ai termini di utilizzo dell’opzione donna, in merito alla quale non è ancora chiaro come dovranno regolarsi le lavoratrici che matureranno i requisiti d’accesso nel corso del prossimo anno.



Pensione anticipata 2015 a 62 anni, opzione donna, APA, riforma INPS e programma Poletti – Situazione in continua evoluzione

Come accennato in apertura, sono due le possibili soluzioni alle quali si potrà assistere in tema di uscita anticipata dall’impiego: da una parte una pensione anticipata 2015 fissata a 62 anni di età più 35 di contributi, dall’altra un’uscita parametrata sulla base dei soli anni di contributi versati (si parla di quota 41) a prescindere dall’età anagrafica maturata. Entrambe le proposte sono in fase di valutazione, con il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano che starebbe lavorando ad una possibile manovra di riforma con l’INPS di Treu. Proprio l’INPS potrebbe poi essere interessato da un importante opera di riassetto, con la governance stessa dell’ente che dovrebbe mutare completamente forma a partire dal 2015: l’idea sarebbe quella di trasformare l’INPS in un’azienda, con un CDA formato da tre persone e una direzione generale affidata nelle mani di una sola figura. La misura è in fase di studio per questioni anche economiche, dato che uno snellimento della struttura amministrativa dell’ente consentirebbe di risparmiare danaro fresco da poter reinvestire nella previdenza. Tornando alla riforma della pensione anticipata 2015 non è poi da escludere l’APA, l’Assegno Pensionistico Anticipato paventato dal ministro Poletti alcuni mesi fa: il numero uno del Welfare ha spiegato che il governo Renzi sta già lavorando a nuove forme di pensione anticipata 2015 partendo però dall’analisi di alcune specifiche situazioni giudicate rilevanti: ‘E’ già all'attenzione dell'esecutivo la situazione connessa al trattamento pensionistico dei dipendenti in part-time verticale - ha sottolineato Poletti - lavoratori che possono risultare penalizzati rispetto a quelli in part-time orizzontale per il calcolo della contribuzione’. E mentre ai piani alti si lavora in vista di un riassetto della pensione anticipata 2015 migliaia e migliaia di lavoratrici restano in attesa di conoscere quale sarà il futuro dell’opzione donna: l’INPS ha prorogato i termini per l’effettuazione della relativa domanda a dicembre 2015, ma il Ministero del Lavoro dovrà chiarire se sarà possibile accedere all’istituto anche nel caso in cui i requisiti di accesso si siano maturati nel corso dello stesso 2015. Se desiderate continuare a rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sopra il titolo del pezzo.