Dopo l'annuncio del concorso per 40 mila posti da parte del governo Renzi, tra i docenti precari serpeggia il malumore e lo scontento. A rendere evidente la diffidenza che regna all'interno della categoria dei docenti precari è l'intervento di uno di loro (Marco Gasparini che ha autorizzato il sottoscritto a citarlo qui, n.d.r.) che nel gruppo Facebook da lui creato per scambio di informazioni con gli interessati scrive testuale:

"Cari colleghi abilitati, appare evidente, dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato, che qualunque 'contentino' cerchino di darci in sede di futuro concorso sarà del tutto effimero, in quanto potrà essere facilmente smontato nei tribunali.

Il riferimento alla sentenza

Il richiamo è riferito alla sentenza del Consiglio di Stato numero 1749 del registro dei ricorsi risalente al 2014 relativo al ricorso presentato da Marianna Costanzo, laureatasi dopo il 2003 e che aveva fatto domanda entro i termini per la selezione pubblica indetta dalla provincia di Bolzano. In sostanza la sentenza pronunciata in questo caso accerta che si è determinata una disparità di trattamento completamente ingiustificata tra coloro che hanno ottenuto la laurea prima del 2003 e coloro che invece si sono laureati dopo ma che hanno comunque presentato domanda per l'ammissione ad un concorso indetto per la copertura di cattedre su posto vacante nella Scuola primaria.

Come dire fatta la legge trovato l'inganno, dove quest'ultimo nella fattispecie viene perpetrato direttamente dal Miur. E poi ci si ritrova tutti sempre nei tribunali per ristabilire il diritto violato.

Il significato del richiamo alla sentenza

Il precario sottolinea come questo fatto vada assolutamente tenuto presente ogni qualvolta si parla del prossimo concorso come fosse il sacro graal per tutti coloro che la Buona Scuola lascerà fuori.

Ma chi ci garantisce poi che questo venga fatto sul serio a settembre 2015 e che non produca ulteriori disparità di condizione? Non sarà forse il caso prima di omogeneizzare la categoria intera equiparando di legge e di fatto i vari titoli abilitanti esistenti? Interrogativi inquietanti per chi attende da troppi anni che una promessa venga mantenuta per concedere fiducia a occhi chiusi e seguire i dettami del governo.