E la Consulta alla fine si è pronunciata sull'iniziativa referendaria volta alla cancellazione della Legge Fornero. Anche se era nell'aria un verdetto di bocciatura da parte degli ermellini perché l'articolo 75 non permette di istituire referendum che abbiano per oggetto leggi di natura fiscale, le reazioni dei promotori sono state improntate alla rabbia. Pollice verso dunque da parte della Consulta che giudica inammissibile un referendum quale quello che si riferisce al d.l. 124/2011 del 6/12/2011 recitante disposizioni in materia di consolidamento della spesa pubblica.

In altre parole, il referendum per abrogare la Legge Fornero non si può fare.

La reazione della Lega

Repubblica riferisce dello sfogo del leader leghista Matteo Salvini, il quale affida a un tweet una replica al vetriolo. Commentando con un "vaffa" la decisione dei giudici, scrive che oggi muore la democrazia ma annuncia anche che non finisce certo qui. Gli fa eco il vice Presidente del senato, co-promotore della stessa iniziativa nonché primo firmatario Roberto Calderoli; dichiarazioni di sconcerto per quella che appare come una decisione politica ad hoc a sostegno di Renzi.

Il commento di Cesare Damiano

L'ex ministro del Lavoro ha posto l'accento sulla priorità che assume la materia pensionistica anche aldilà della pronuncia odierna.

Troppe sono le tensioni prodotte, aggiunge, da una legge che ha prodotto gravissimi squilibri e disuguaglianze che oltre a lasciare irrisolta la questione dell'età di pensionamento produce un freno all'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, i cui posti dovrebbero essere lasciati liberi dagli ultrasessantenni rimasti incagliati nelle spire di una perversa riforma pensionistica in cui ci rimettono tutti.

Le altre reazioni

Per Fratelli d'Italia si esprime Adriana Poli Bortone che dice in sostanza quanto ormai non contino più niente i cittadini. La decisione della Consulta di oggi è un fatto grave perché infierisce ulteriormente sulla possibilità democratica di esprimersi con un voto alla consultazione referendaria negata.

Dai banchi di Sel è Giorgio Airaudo ad intervenire. Denuncia le gravi disparità prodotte dalla Fornero e promette che il suo partito si farà latore di una proposta alternativa improntata ad un criterio di maggior flessibilità. In chiusura, Repubblica ospita anche l'opinione di Domenico Proietti, il segretario della Uil, secondo cui il problema è soprattutto nell'assenza di flessibilità per la fascia di età compresa tra i 62 e i 70 anni. Inoltre vanno rivisti i coefficienti di rivalutazione perché le tasse sulle Pensioni in Italia sono le più alte d'Europa.